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Luppi (Msd): “Orgogliosi del primo vaccino contro ebola”

La presidente in Italia: "La chiave è la sinergia pubblico-privato"

Pubblicato:09-12-2019 16:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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ROMA – “Il vaccino contro ebola e’ una pietra miliare e un attestato del potere della scienza e dell’innovazione, che dimostra l’efficacia delle partnership tra pubblico e privato. Come Msd, siamo onorati di avere svolto un ruolo importante negli sforzi per rispondere all’epidemia di Ebola e manteniamo il nostro impegno verso i nostri partner e verso la popolazione alla quale forniamo il nostro servizio”. Cosi’ all’agenzia Dire Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia.

Di recente l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) hanno approvato Ervebo, il primo vaccino mondiale contro ebola prodotto dalla Merck and Co., multinazionale farmaceutica nota in Italia come Msd. Il vaccino e’ stato sperimentato nella recente epidemia in Repubblica democratica del Congo, annunciata dalle autorita’ il 1° agosto del 2018 nella regione orientale di Nord Kivu. Quella in corso e’ la seconda dichiarata nel 2018, nonche’ la decima a colpire il Paese negli ultimi anni. Per far fronte all’emergenza, che rischiava di estendersi rapidamente ai Paesi vicini per ragioni di continuita’ geografica e rapporti commerciali, l’8 agosto del 2018 Kinshasa ha annunciato l’inizio della vaccinazione, utilizzando il vaccino sperimentale di Merck-Msd.

Ad oggi le Nazioni Unite, in collaborazione col ministero della Salute, hanno confermato che 3.186 persone hanno contratto il virus e di queste, 2.081 hanno perso la vita. Numeri elevati, ma lontani dagli oltre 11mila morti registrati tra il 2014 e il 2016, quando ebola colpi’ dieci Paesi tra cui, in particolare, Liberia, Guinea e Sierra Leone.
Il successo dell’attuale sperimentazione, evidenzia Luppi, sta proprio nella sinergia creata tra pubblico e privato.


E’ il direttore del settore Medical affairs vaccines di Msd Italia, Stefano Valente, a fornire alla Dire i dettagli di questa collaborazione: “Dal 2014, la casa madre Merck and Co. negli Stati Uniti ha lavorato con vari partner globali, tra cui il governo degli Stati Uniti, l’Oms e Medici senza frontiere, dirigendo le attivita’ di ricerca e sviluppo del vaccino”. Come riferisce Valente, nell’ambito di questa azione congiunta “sono state vaccinate 255.215 persone”.
Un impegno che, dice il direttore, proseguira’: “Msd continua a sostenere le attivita’ di risposta all’epidemia in Congo fornendo all’Oms dosi gratuite di vaccino sperimentale”.

L’Organizzazione mondiale della sanita’ stessa ha sollecitato queste dosi, per fornire assieme alle autorita’ del Congo e alle organizzazioni umanitarie presenti sul terreno una risposta sanitaria all’emergenza. Il prossimo passo, prosegue Valente, “e’ la rapida produzione delle dosi approvate di Ervebo, nonche’ quella – in via provvisoria – di vaccino sperimentale per i prossimi 6-18 mesi”.

La partnership tra sanita’ pubblica e Msd e’ parte della storia dell’azienda, come torna a ribadire Luppi. “Nel 1987, le scoperte del professor Wlliam Campbell hanno permesso di avviare la piu’ grande partnership pubblico-privato per l’eradicazione della cecita’ fluviale a livello globale. A partire dal 1987 – prosegue Luppi – Msd distribuisce gratuitamente il farmaco a tutti coloro che ne hanno bisogno, per un valore superiore ai 5 miliardi di dollari”. Non solo: “L’azienda ha anche lanciato il programma decennale ‘Msd for Mothers’ con il quale, grazie a uno stanziamento di 500 milioni di dollari, contribuiamo a ridurre la mortalita’ materno-infantile nel mondo”.

Ma per Luppi i successi in laboratorio da soli non bastano.
“Si deve garantire l’accesso all’innovazione anche in territori particolarmente difficili dove ci sono guerre o terrorismo” sottolinea la dirigente. “Si deve portare rapidamente ai pazienti e alla popolazione ‘invenzioni’ che salvano la vita o che ne migliorano la qualita’”. Perche’ essere in buona salute, conclude Luppi, “non e’ mai abbastanza”.

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