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Ospedale dei Castelli, a fine anno 200 posti letto e 40mila accessi

L'Asl Roma 6 ha firmato il primo Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) ad hoc nel Lazio per i disturbi dello spettro autistico nell'età evolutiva

Pubblicato:09-11-2019 13:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:35
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ROMA – “Nel giro di dieci mesi dall’apertura abbiamo superato i 200 posti letto attivi, abbiamo avuto un incremento notevole della complessità dei casi trattati chirurgicamente e un incremento dei pazienti che afferiscono al Pronto soccorso. I dati ci dicono che a fine anno avremo superato i 40 mila accessi”. Parte da questi numeri Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6, per raccontare alla Dire il successo dell’Ospedale dei Castelli.

Questa struttura, inaugurata il 18 dicembre 2018, “nasce da un’intuizione straordinaria dei sindaci dei tre comuni Albano, Ariccia e Genzano che avrebbero rinunciato volentieri all’ospedale piccolo di prossimità per realizzarne uno più grande, più dotato e avanzato. Un disegno- continua Mostarda- che ha avuto bisogno di parecchio tempo per essere realizzato”.

Infatti, l’ospedale dei Castelli ha fatto parlare molto di sé, “perché c’era tanto scetticismo nella popolazione e anche nei professionisti, nelle organizzazioni sindacali, di volontariato e negli enti locali” sui suoi tempi di realizzazione. “Siamo passati per una fase di grande scetticismo, anche quando abbiamo inaugurato- racconta Mostarda- tuttavia l’accelerazione dell’azienda pubblica che ha deciso di lanciarsi in questa sfida piantando una bandierina 18 mesi prima dell’apertura ha generato una serie di energie”.


I dati dell’Ospedale dei Castelli, al 31 agosto 2019, confermano che la struttura cresce in volumi di produzione, fatturato, complessità degli interventi e qualità. Si contano 29.433 accessi al Pronto soccorso, 1.828 procedure chirurgiche, 4.400 ricoveri, 392 nascite. Il 47% dell’aumento del fatturato aziendale (cresciuto del 19%) è da attribuire all’Ospedale dei Castelli. Dall’apertura sono stati assunti 146 professionisti tra medici, infermieri tecnici e operatori socio sanitari.

Le procedure di reclutamento in funzione dell’aumento di 52 posti letto, porteranno la struttura ad ospitare complessivamente 206 posti letto. Saranno, inoltre, 77 i reclutamenti per l’intera Asl, che verranno effettuati tramite mobilità dalla Asl Roma 6, e 43 quelli che avverranno tramite concorsi. Sono invece 89 le assunzioni previste con bandi programmati in aggregazione con le Asl Roma 4 e 5, fra mobilità e concorsi, sempre per l’intera Asl.

L’Ospedale dei Castelli “si lascia visitare con piacere- aggiunge il neuropsichiatra- è una macchina importante, architettonicamente molto avanzata e moderna. Continuiamo a reclutare professionisti del miglior livello possibile che abbiamo a disposizione- precisa il direttore generale della Asl Roma 6- e stiamo continuando a fare concorsi per i primari. Ne abbiamo già presi 10 ex novo e continueremo nella selezione di professionisti di alta fascia, anche degli infermieri giovani esperti”.

L’età media dei professionisti nel servizio sanitario regionale “supera i 52 anni. Poter avere dei professionisti della salute che invece hanno un’età decisamente più bassa- conclude Mostarda- significa avere una popolazione di professionisti ultra formata con passione, energia e motivazione”.

AUTISMO, ASL ROMA 6 SEGUE 600 MINORI E FIRMA PRIMO PTDA LAZIO

“Stare insieme per condividere un processo molto complesso”. È questo il motto in tema di autismo lanciato da Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6, che ha firmato il primo Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) ad hoc nel Lazio per i disturbi dello spettro autistico nell’età evolutiva. La Asl Roma 6 ha attualmente “in carico quasi 600 casi di autismo”.

Intorno al tavolo di lavoro “abbiamo messo tutti gli attori protagonisti nei trattamenti dei disturbi dello spettro autistico, oltre al supporto di specialisti nostri e di altri ospedali come il Bambino Gesù di Roma quale sorta di referente scientifico”.

La sindrome- precisa il neuropsichiatra- potrebbe essere in aumento perché riusciamo a fare diagnosi precocissime, già a 2-3 anni”. Per questo motivo, tra gli specialisti coinvolti, Mostarda cita gli psicologi, i neuropsichiatri infantili, il fondamentale mondo della scuola, le associazioni dei genitori dei bambini affetti da autismo, il terzo settore e il mondo dell’impresa sociale “per garantire anche spazi di lavoro tutelato”. Gli obiettivi del tavolo, però, non si limitano a questo.

“Puntiamo a sviluppare linee assistenziali innovative- precisa Mostarda- vogliamo condividere una sperimentazione. Il percorso è strutturato per fasce d’età e lo facciamo insieme ad alcune scuole del nostro territorio”.

Le richieste o le segnalazioni “che ci arrivano- sottolinea lo specialista- ci fanno pensare che c’è ancora un numero importante di minori che potrebbe venire a bussare, o che noi facciamo fatica ad accogliere. Cerchiamo di costruire dei percorsi il più appropriati possibile. Ognuno deve sapere cosa fare, quando e come farlo- spiega il direttore- per percorrere ognuno un pezzo di strada e tutti insieme riuscire a garantire la presa in carico del bambino con autismo”.

Questo processo “potrebbe aiutare la sanità a prendere in carico più bambini di quelli che prendiamo oggi- conclude Mostarda- se insieme a noi ci saranno anche altri protagonisti del percorso di cura”.

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