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“The Queen is dead”, dagli Smiths a Baglioni: 7 canzoni che citano la regina Elisabetta II

Figura pop che ha attraversato i due secoli, la sovrana - scomparsa nel pomeriggio di ieri a 96 anni - è presto diventata protagonista indiscussa di tanti brani

Pubblicato:09-09-2022 13:08
Ultimo aggiornamento:09-09-2022 13:41

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ROMA – Icona, storia, fonte di ispirazione. Anche per il mondo dello spettacolo. L’influenza della regina Elisabetta II, nei suoi 70 anni di regno, è innegabile. Figura pop che ha attraversato i due secoli, la sovrana – scomparsa nel pomeriggio di ieri a 96 anni – è presto diventata protagonista indiscussa di tanti brani. Dediche, critiche o semplici citazioni: Elisabetta II ha saputo far parlare di sé anche nella musica. E sin dalla fine degli Anni 60 sono tanti i gruppi e i cantanti che hanno riempito i loro testi di riferimenti precisi.

Dai Beatles agli Smiths, passando per i Sex Pistols e anche il nostro Claudio Baglioni. Ecco le 7 canzoni che comporrebbero una playlist dedicata alla memoria della regina più longeva di sempre.

“HER MAJESTY” (1969) – BEATLES

Nel capitolo citazioni e dediche, immancabili sono i Beatles (anche loro pezzo di storia inglese). Il 26 settembre 1969 il gruppo pubblica il celebre “Abbey Road”. Nel lato B del progetto la chiusura con “Her Majesty”, 28 secondi in cui la regina viene elogiata, seppur senza mai essere citata. “Sua maestà- si legge nel testo- è una ragazza carina”. Poi continua: “Voglio dirle che la amo molto ma dovrei prima riempirmi lo stomaco di vino”. E infine conclude: “Un giorno la farò mia”. Nel 2022 Paul McCartney ha cantato la canzone davanti a Elisabetta, in occasione del 50esimo anniversario di regno.



“VIVA L’INGHILTERRA” (1973) – CLAUDIO BAGLIONI

Nel 1973 Claudio Baglioni lancia una canzone orecchiabile che si intitola “Viva l’Inghilterra”. Nel testo, il cantautore parla di un incontro con una ragazza inglese che punta a conquistare. E, alla fine del pezzo, canta: “Ho sbagliato qualche cosa? Boh. Forse un pelo di etichetta ma non era la regina Elisabetta”.


“GOD SAVE THE QUEEN” (1977) – SEX PISTOLS

I Sex Pistols non si nascondono dietro un dito e criticano Elisabetta II in “God save the Queen”, brano pubblicato nel 1977. Stesso titolo dell’inno nazionale ma ben altre intenzioni. Il gruppo si riferisce alla monarchia come un regime fascista che ha una sovrana “non umana”.


“THE QUEEN IS DEAD” (1986) – THE SMITHS

Altra critica arriva nel 1986 con i The Smiths, che pubblicano la title track “The Queen is dead”. Il testo, cantato da Morrisey, è apertamente contro la monarchia e il ruolo di Elisabetta. Non manca una frase che deride la posizione di Carlo, totalmente assoggettato alla madre.


“FLAG DAY” (1986) – THE HOUSEMARTINS

Sempre nel 1986, sempre sul filone delle critiche, The Housemartins pubblicano “Flag Day”. Il brano contesta alla regina di avere una mano in troppi portafogli e non sul cuore. Il commento è riferito alla quota, in forma di tassa, che gli inglesi pagano per sostenere la monarchia.


“ELISABETH MY DEAR” (1989) – THE STONES ROSES

The Stones Roses, in meno di un minuto, si dichiarano contro la monarchia di Elisabetta II in “Elizabeth my dear” e cantano: “Non mi riposerò finché lei non perderà il suo trono”. Poi aggiungono: “È finita per te, mia cara Elisabetta”.


“DREAMING OF THE QUEEN” (1993) – PET SHOP BOYS

Ironico il pezzo di Pet Shop Boys, “Dreaming of the Queen”, del 1993. Il gruppo racconta di un ipotetico incontro con la regina- in cui è presente anche Lady Diana- che finisce nell’imbarazzo. “Ero nudo, la regina ha disapprovato”, si legge nel testo. Poi anche un riferimento al matrimonio di Carlo e Diana: “La regina ha detto: l’amore non sembra mai durare, per quanto ti impegni”.

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