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Fiducia al Conte 2: alla Camera è tornato il ‘coniglio mannaro’

L'editoriale di Dire Oggi a cura del direttore Nico Perrone

Pubblicato:09-09-2019 15:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40

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ROMA – Un’ora e venti minuti per leggere 28 pagine, fitte, del suo discorso programmatico a tutti i deputati. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si è curato delle proteste arrivate dai banchi leghisti e delle urla dei cittadini chiamati da Giorgia Meloni e Matteo Salvini a protestare fuori palazzo Montecitorio. Per la verità dentro il Palazzo, tra i parlamentari di ogni colore, si respirava sollievo per lo scampato pericolo del voto ravvicinato. In molti non sarebbero tornati, meglio proseguire. 

Mite nelle parole e nei gesti, il presidente Conte ripensando a una figura politica del passato, lo si potrebbe battezzare nuovo “coniglio mannaro“: sobrio e gentile nei modi ma che – lo si è visto con l’allora suo vice Matteo Salvini quando ha messo in crisi il Governo – azzanna alla gola e non lascia scampo all’avversario. Conte oggi ha tirato dritto, presentando un programma che ha bisogno di minimo due anni. Il punto cruciale arriva a pagina 18, quando Conte spiega che il suo sarà il Governo delle riforme: taglio dei parlamentari, nuova legge elettorale (proporzionale puro), abbassare a 18 anni anche il voto per il Senato. Per fare questi cambiamenti, che modificheranno anche la Costituzione, ci vorrà molto tempo. 

Se poi si arriverà a fine 2021 a sei mesi dalla scadenza del mandato del Capo dello Stato, allorà scatterà il semestre bianco e non si potranno sciogliere le Camere fino all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Questo il vero obiettivo della nuova maggioranza stando alle ‘voci’ dentro i palazzi della politica. In molti scommettono sulla durata del nuovo Governo. 


Nel centrodestra oggi Berlusconi, davanti ai suoi parlamentari, ha sparato a palle incatenate contro Salvini e Meloni. Andrebbero cacciati, ha detto in sintesi. Questo significa che anche Forza Italia ha bisogno di tempo, magari per vedere Salvini ridimensionato a forza di stare all’opposizione. E poi nei prossimi mesi arriveranno ben 400 nomine da fare e questo, alla fine, si è sempre rivelato un collante formidabile.

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