Getting your Trinity Audio player ready...
|
NAPOLI – Sono tre le classi del liceo classico ‘G.B. Vico’ di Napoli ad aver partecipato questa mattina all’incontro ‘We all say NO’, firmato Adiconsum in collaborazione con l’agenzia di stampa Dire. Il progetto sulla proprietà intellettuale, contro la contraffazione e la pirateria è finanziato da EUIPO (Ufficio dell’UE della proprietà intellettuale), e supportato da CREDA, Univerona, Università Europea e Fapav, con il patrocinio del ministero dell’Istruzione.
Sensibilizzare gli studenti e le studentesse alla conoscenza dei diritti e doveri degli utenti del web e dei consumatori, diffondere la cultura della legalità e la consapevolezza dei rischi derivanti dai prodotti contraffatti è l’obiettivo dell’incontro. I 75 ragazzi del liceo partenopeo parteciperanno anche ad un concorso a premi, realizzando messaggi creativi sulla tutela della legalità on line e contro i prodotti fake, da condividere sui social.
Proprietà intellettuale ed industriale sono state le tematiche affrontate. I meme sono legali? Fare la cover di una canzone e pubblicarla su Youtube, riprendersi mentre si gioca a un videogame sono azioni legali? Sono alcune tra le domande che hanno aperto il dibattito sulla proprietà intellettuale a tutela dell’ingegno e dell’attività umana: “Nel caso dei meme- spiegano gli esperti Adiconsum- si parla di satira e di parodia e non è necessaria l’autorizzazione dell’autore di un’opera, tutto cambia se è apposto il copyright sulle immagini. E’ consigliabile accedere a siti da cui scaricare foto gratuite”.
Dalla legalità online si passa al mercato del falso: “Profumi, cosmetici, abbigliamento, accessori contraffatti- prosegue l’associazione dei consumatori- non conformi alle norme europee, possono contenere sostanze allergeniche, tossiche e cancerogene che ledono la salute del consumatore”. I prodotti fake hanno, inoltre, un impatto negativo su ambiente ed economia: “I rifiuti- proseguono gli esperti- gli scarti di prodotti non conformi alle norme europee, vengono smaltiti in maniera illegale con conseguente contaminazione del suolo e dell’acqua. Il mercato del falso causa gravi perdite al Made in Italy, causando mancati introiti e aumentando la disoccupazione”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it