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A Milano anche Segre in Sinagoga per chiedere la liberazione degli ostaggi di Hamas. Fischi a Sala

Cerimonia partecipatissima con numerose persone che non sono riuscite ad accedere all'interno e tante personalità del mondo politico venute a portare la propria vicinanza alla comunità

Pubblicato:08-11-2023 09:46
Ultimo aggiornamento:08-11-2023 15:11
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MILANO – A un mese dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, la Comunità ebraica di Milano ieri sera si è riunita nella sua Sinagoga centrale per ricordare le vittime e chiedere l’immediato rilascio delle persone rapite. Una cerimonia partecipatissima, a cui ha preso parte anche la senatrice a vita Liliana Segre, con numerose persone che non sono riuscite ad accedere all’interno e tante personalità del mondo politico venute a portare la propria vicinanza alla comunità, anche alla luce dei crescenti atti di antisemitismo verificatisi in tutto l’occidente dopo l’offensiva lanciata dal governo di Tel Aviv su Gaza. Durante la cerimonia anche la testimonianza di due ragazzi sopravvissuti all’attacco al rave party.

All’evento hanno partecipato Walker Meghnagi, Presidente Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, Vicepresidente Ucei, Alfonso Arbib, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Milano, Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia, Elena Buscemi, Presidente Consiglio Comunale Milano, Marco Carrai Console Onorario di Israele per Toscana, Emilia e Lombardia e Andrea Ruggeri, ex parlamentare e direttore del Riformista. Presente anche una delegazione dalla moschea di Milano: Abd al-Ghafur Masotti, Mulayka Enriello e Abd al-Jabbar Ceriani.

“Il momento continua a essere terribile per tutti noi- dice il rabbino capo Alfonso Arbib nel suo intervento-. Io non so quando faremo i conti con quello che è successo, niente sarà più come prima”. Arbib aggiunge che quello che è avvenuto “non va dimenticato. Lo diciamo sempre parlando di Shoah, e non avremmo mai pensato di doverlo ridire, ma si sta già cominciando a dimenticare. È venuto fuori il meglio, ma purtroppo anche il peggio e credo che quel peggio ci debba interrogare. C’è un substrato di odio antisemita che continua ad esserci. E noi ne dobbiamo prendere atto, per combatterlo e non farci troppe illusioni. C’è una rinascita dell’antisemitismo che dura da troppo tempo, ma nessuno avrebbe creduto che si sarebbe arrivati a giustificare la follia del 7 ottobre. Abbiamo visto manifestazioni e espressioni d’odio di vario tipo, ma moltissime persone sono convinte di non essere antisemite. Ma non solo, si è convinti che l’odio sia giustificato da una giusta causa. Questo peggiora la situazione, perché anche i nazisti erano convinti di fare il bene dell’umanità”.


SALA FISCHIATO

Durante la cerimonia, la comunità ebraica di Milano ha fischiato nuovamente il sindaco Giuseppe Sala. Dopo l’intervento, molto applaudito, del presidente di regione Lombardia Attilio Fontana, prende infatti parola la presidente del consiglio comunale Elena Buscemi che, come prima cosa, porta “i saluti del sindaco”. Immediata la reazione della platea, che fischia contro il primo cittadino milanese. “Non ho gradito- dice il presidente della comunità ebraica milanese Walker Meghnagi- quello che molti di voi hanno fatto verso il nostro sindaco. Si può non essere d’accordo ma qui non si fa. È il nostro sindaco e noi lo rispettiamo”. La polemica tra Sala e la comunità ebraica era nata dopo la decisione del consiglio comunale di Milano di esporre, al seguito degli attacchi, la bandiera di Israele affiancata da quella della pace.

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