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Allattamento al seno, Longo (Tor Vergata): “La lattazione va preservata anche dopo la chirurgia al seno”

Il chirurgo: "Preservare la funzione è un requisito fondamentale nella pianificazione delle procedure di chirurgia plastica mammaria, per esempio, e soprattutto di fronte a tumori della mammella in stato precoce"

Pubblicato:08-10-2021 15:28
Ultimo aggiornamento:08-10-2021 15:28

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ROMA – Nella Settimana mondiale dell’allattamento (SAM) 2021, promossa dalla World Alliance for Breastfeeding Action (WABA), un’alleanza globale di individui, reti ed organizzazioni che proteggono, promuovono e sostengono l’allattamento, basata sulla Dichiarazione degli Innocenti e la Strategia Globale per l’Alimentazione dei Neonati e dei Bambini dell’Oms e dell’Unicef, forte è lo slogan ‘Proteggere l’Allattamento: una Responsabilità da Condividere’, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e il valore dell’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita.

“L’allattamento al seno, secondo numerosi studi ha una funzione protettiva per il tumore alla mammella, ma anche all’endometrio e all’ovaio, in particolar modo se avviene per lunghi periodi di tempo, e comunque per il periodo minimo raccomandato dall’Oms di sei mesi, per assicurare benefici alla madre, al bambino e anche alla relazione madre-figlio”, spiega all’Agenzia Dire Benedetto Longo, Professore Associato di Chirurgia plastica all’Università di Tor Vergata.

Per questo motivo “preservarne la funzione è un requisito fondamentale nella pianificazione delle procedure di chirurgia plastica mammaria, per esempio, e soprattutto di fronte a tumori della mammella in stato precoce. In questi casi si cerca di procedere con quadrantectomie conservative, con un’asportazione parziale di tessuto mammario, rimodellando la ghiandola rimanente per ricreare la mammella. Si tratta a tutti gli effetti di utilizzare tecniche simili a quelle della mastoplastica riduttiva, con cui si ottiene la resezione del tumore e il rimodellamento della mammella nello stesso intervento, ed è fondamentale la sinergia totale tra il chirurgo senologo e il chirurgo plastico ricostruttivo, per una ottimizzazione del risultato estetico e funzionale”.


Spiega il chirurgo: “Con incisioni nascoste e un seno più piccolo ma mantenendo criteri morfologici ed estetici, l’intento è anche quello di mantenere la sensibilità del capezzolo, sia come zona erogena funzionale anche al contatto e al rapporto con il partner, ma soprattutto utile per poter iniziare a creare il legame tra madre e bambino, che, attraverso l’allattamento, si nutre non solo di latte ma anche del contatto fisico“, conclude Longo.

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