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FOTO | Un reportage racconta le ‘belle’ storie del lockdown a Bologna

Arriva in porto il progetto ‘Anticorpi bolognesi‘, reportage fotografico che racconta il lockdown e la solidarietà sotto le Due Torri

Pubblicato:08-06-2020 12:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:27
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BOLOGNA – Volontariato, spese a domicilio, assistenza agli anziani, allenamenti di pugilato, viaggi in ambulanza, aziende aperte quasi 24 ore su 24 per contribuire, ognuno a suo modo, nella lotta contro il coronavirus; ma anche circoli culturali in difficoltà economica, riders che reclamano il loro diritto alla salute mentre lavorano, senzatetto rimasti sempre più isolati. Sono alcune delle storie raccontate in ‘Anticorpi bolognesi‘, reportage a cura dell’associazione Witness Journal che, attraverso fotografie, testi e grafiche ha voluto ‘fissare su carta’ i mesi più intensi dell’isolamento sotto le Due Torri.

“Abbiamo raccontato non tanto l’emergenza, quanto le storie di chi si è messo in gioco sostenendo gli ultimi, azioni concrete che la rete sociale bolognese ha attivato fin dal primo giorno di chiusura totale- spiega il fotografo Giulio Di Meo, anche presidente di Witness Journal- abbiamo documentato questa dura esperienza per evitare che resti solo un ricordo, nella speranza che rappresenti un punto di partenza per cambiare molti ostacoli sociali che l’emergenza ha messo in luce e accentuato”.


La prima parte del lavoro è già disponibile online sul sito di Wj, dove si possono leggere e vedere le prime storie e fotografie. Mentre passavano le settimane però, la redazione, tutta composta da collaboratori volontari, si è resa conto di voler portare avanti il lavoro, con un duplice intento.

“Continuare a raccontare quello che succede in città durante la fase 2 e sostenere concretamente, anche economicamente, due campagne solidali portate avanti sulla città di Bologna”, spiega Di Meo, riferendosi alle ‘Staffette alimentari partigiane’ dei collettivi Tpo, Ya Basta e Labas e a ‘Don’t Panic’, alla quale hanno aderito oltre 50 realtà associative del territorio.

Per dare, dunque, un sostegno concreto e per dare vita agli ‘Anticorpi bolognesi’, Witness Journal ha lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma produzionidalbasso.com, che in meno di un mese ha superato i 5.000 euro. Manca poco per raggiungere l’obiettivo prefissato di 6.000 euro, dei quali metà saranno utilizzati per le spese della redazione e per stampare i libri fotografici del reportage; mentre gli altri 3.000 saranno suddivisi equamente tra le Staffette alimentari partigiane e Don’t Panic.

Tra gli altri motivi per sostenere questo crowdfunding, spiega la redazione di Wj, c’è anche la “volontà di sostenere il fotogiornalismo indipendente” che, per loro “porta avanti progetti di approfondimento coprendo storie di importanza sociale, offrendo spazi alle voci meno ascoltate, senza ricevere finanziamenti pubblici e senza sponsor privati”.

Per Witness Journal dunque “l’indipendenza è fondamentale per raccontare la realtà senza accettare compromessi, ma la libertà editoriale ha un costo spesso difficile da sostenere”. La campagna rimarrà attiva fino al 18 giugno.

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