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Il comitato Madri alla Commissione Femminicidio: “Prosegua il lavoro di inchiesta sulla violenza istituzionale”

Il Comitato Madri Unite lancia un appello in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Pubblicato:08-03-2024 15:26
Ultimo aggiornamento:08-03-2024 17:33
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femmincidi italia
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ROMA – “In occasione della giornata dell’8 marzo in qualità di rappresentanti del Comitato Madri Unite contro la Violenza Istituzionale vogliamo lanciare un accorato appello alle Istituzioni tutte e in particolare alla Commissione bicamerale d’Inchiesta sul femminicidio e ogni altra forma di violenza di genere. Il lavoro di approfondita analisi svolto dalla precedente Commissione, presieduta dalla senatrice Valeria Valente, che tanto si è battuta per le mamme cosiddette coraggio e i loro bambini, è imponente e importante ma ci duole dover rilevare, con poco stupore in verità e molta preoccupazione, come a oggi questo monumentale lavoro sia rimasto sostanzialmente ‘lettera morta’ presso gli organi istituzionali /giudiziari e ci riferiamo inparticolare, per quello che è interesse del nostro Comitato come facilmente si evince dalla denominazione che abbiamo scelto, alla relazione sulla vittimizzazione secondaria, meglio detta appunto, violenza istituzionale, sulle donne e i figli minorenni presentata in Senato ormai nel maggio del 2022″. Così in un comunicato il Comitato Madri contro la violenza istituzionale che lancia un appello alla Commissione Femminicidio affinché proseguane l lavoro d’inchiesta sulla violenza istituzionale su donne e bambini.

“Nell’ambito dei procedimenti per l’affidamento dei figli minorenni sono all’ordine del giorno ingiustificate e, talvolta, ancora violente, sottrazioni di questi ultimi alle madri e, ciò nonostante, la Cassazione con Ordinanza 9691 del 24 marzo 2022 abbia definito tali prassi ‘fuori dai principi dello stato di diritto’. Tutto questo accade contro la volontà espressa dei bambini e a dispetto del loro best interest, bambini che leistituzioni dovrebbero invece proteggere e tutelare così comeprevisto dalla legge e dalle varie Convenzioni internazionali ratificate dall’Italia (una su tutte la tanto decantata, maperlopiù inapplicata, Convenzione di Istanbul). La sottrazione dei bambini alle madri avviene infatti non a causa di reati commessi da queste in danno dei figli (anzi spesso trattasi dimadri che hanno loro denunciato violenza domestica, assistita e/o abusi sui figli da parte degli ex partner e che si sono sempreoccupate adeguatamente, e spesso da sole, dei figli), ma semplicemente sulla base di perizie psicologiche, cariche di pregiudizio, redatte dai consulenti tecnici d’ufficio dei Tribunali (le tristemente note c.t.u.) e/o dai servizi socialiincaricati dagli stessi tribunali ormai per prassi, di default”.

“SI ARRIVA A STRAVOLGERE, OVVERO A DISTRUGGERE, LA VITA DEI BAMBINI”

“Tali perizie/relazioni si traducono di fatto in automatico in provvedimenti e decreti (spesso inappellabili) dell’autorità giudiziaria con cui si arriva a stravolgere, ovvero a distruggere, radicalmente la vita dei bambini e dell’intero nucleo familiare materno, dichiarando una madre inadeguata su basi completamente nulle e/o fasulle come quella della supposta presenza di alienazione parentale (teoria ascientifica data continuamente per eliminata dai tribunali ma inrealtà viva e vegeta sotto altre definizioni e utilizzata comeconcetto in ogni consulenza tecnica d’ufficio sebbene, anche in relazione a tale costrutto, la Cassazione 9691/2022 sia statatranciante: ‘il richiamo alla sindrome d’alienazione parentale e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo, costituendo il fondamento pseudoscientifico di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori, in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre’). Molte le sentenze/ordinanze della Suprema Corte che avevano preceduto la 9691/22 sul punto, fin da quella storica del 2013 sul caso del bambino di Cittadella; eppure, questa teoria continua a trovare spazio nei tribunali e acreare ad hoc situazioni di rischio per i bambini e le loro madri, sottoposti per anni a una vera e propria nuova Inquisizione“, continua il Comitato.


“SIAMO DINANZI UNA GIUSTIZIA AL CONTRARIO”

“Riteniamo assurdo- dichiarano le madri del Comitato- quello che sta accadendo alle mamme e ai bambini in Italia senza soluzione di continuità da anni nonostante le condanne/raccomandazioni in merito che il nostro paese riceve reiteratamente dall’Europa. Siamo dinanzi a una giustizia al contrario, un qualcosa che non è più accettabile né tollerabile esu cui pretendiamo un intervento concreto poiché siamo stanche dimere statistiche, analisi del fenomeno che si susseguono da anni e che già sono agli atti nella loro manifesta e documentata gravità, di attendere che gli operatori si vogliano formare sulla violenza, panchine tinte di rosso, segni sotto l’occhio che vediamo nelle campagne per il 25 novembre o frasi di incoraggiamento che sentiamo pronunciare in occasione della giornata dell’8 marzo, parole di conforto e rassicurazione che mai, e questo da anni, si traducono in azioni realmente a tutela delle madri separate e dei loro figli. Le madri separate sono totalmente invisibili agli occhi dello Stato, considerate evidentemente cittadine di serie B, sebbene quello che subiamo nelle aule giudiziarie è un trattamento inumano e degradante assimilabile alla tortura. Chiediamo, quindi- concludono- che la nuova Commissione voglia farsi parte attiva (le Commissioni d’inchiesta hanno facoltà di indagare con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Una commissione di inchiesta può quindi chiedere l’accesso a documenti, interrogare testimoni e disporre perquisizioni con lo scopo di fare luce suquestioni di interesse nazionale) affinché finalmente si pongano in atto azioni concrete per questi 36 casi, interventi che possano metter fine (o almeno contenere sensibilmente) ai calvari giudiziari di donne e minorenni e far partire le ispezioni richieste a suo tempo al Ministero della Giustizia sui suddetti casi (ricordiamo che i Tribunali da maglia nera risultarono quelli di Roma e Venezia dove appunto venne richiesta, e mai inviata, almeno per quanto in nostra conoscenza, l’ispezione ministeriale). Le madri e i bambini di questo paese sono letteralmente stremati dalle conseguenze della vittimizzazione secondaria da parte delle Istituzioni e questo, da cittadine prima ancora che come Comitato, non possiamo più tollerarlo”.

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