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‘Io e il Secco’, bambini ‘supereroi’ alla ricerca di un nuovo modello maschile

Una storia di violenza domestica 'ad altezza di bambino' diretta dall'esordiente Gianluca Santoni. L'intervista al cast

Pubblicato:07-11-2023 11:24
Ultimo aggiornamento:07-11-2023 11:24

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ROMA – Una storia che arriva come una carezza e poi come un pugno. Una storia che unisce tenerezza e violenza. Una storia sull’infanzia tradita e sul patriarcato. Una storia che ha come protagonisti un bambino ‘supereroe’ e un ragazzo alla ricerca di un posto nel mondo. Una storia di violenza domestica ‘ad altezza di bambino’ raccontata in ‘Io e il Secco’ (nelle sale in primavera con Europictures): opera prima di Gianluca Santoni, che lo ha scritto con Michela Straniero, presentato durante l’ultima edizione di Alice nella Città (la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema dedicata alle nuove generazioni).

IO E IL SECCO, LA TRAMA

Denni (Francesco Lombardo) ha dieci anni e una missione da compiere: salvare sua madre (Barbara Ronchi) dalla violenza di suo padre (Andrea Sartoretti). Piccolo com’è, da solo non ce la può fare. Perciò decide di chiedere aiuto a uno che la gente la uccide di mestiere: un super-killer. La persona scelta è il Secco (Andrea Lattanzi) che non è un criminale, ma un innocuo sbandato con un disperato bisogno di soldi, che finge di accettare l’incarico ma solo per derubare il padre del bambino. L’incontro tra Denni e Secco dà vita a un’avventura che oscilla tra dramma e commedia, un buddy movie ad altezza bambino, in bilico tra la fantasia e una realtà anche troppo cruda. Denni e Secco vivono un’esperienza che li porta ad interrogarsi sul senso dell’essere uomini, e sulla paura e il mistero che unisce e separa padri e figli.

IO E IL SECCO, L’INTERVISTA AL CAST

“Innanzitutto vorrei che questo film arrivasse come carezza più che come una denuncia. Il film affronta l’eredità della violenza ed è per questo che attraverso questa storia mostriamo le possibilità per avere una vita diversa. Volevamo far sentire meno sole le persone che vivono quelle situazioni”, ha detto Gianluca Santoni all’agenzia Dire. “La possibilità di Danni e il Secco è quella di essere delle persone diverse rispetto a quei modelli di mascolinità tossica con cui sono cresciuti“. Il tema della violenza “mi porta a chiedermi chi è una brava persona? Nel film, infatti, vediamo come ci sia una ricerca di un nuovo modello dell’uomo che stiamo cercando di essere. Che sia uomo o donna – ha concluso il regista – accettare la fragilità ed essere vulnerabili è un superpotere”.


‘Io e il Secco’ “penso che dia la possibilità agli adulti di pensare che i bambini stanno guardando quello che succede. Non sono contenitori, ma hanno la capacità di rielaborare quello che succede”, ha detto Barbara Ronchi. In questo film c’è un ribaltamento dei ruoli. “Qui è Danni se si occupa di sua mamma e non è il contrario, come se fosse un supereroe. Le catene si possono spezzare“, ha concluso.

“Spero che chi guarderà questo film possa aprirsi al tema della violenza, se ne parla poco in questi termini. ‘Io e il Secco’ è una di quelle storie che va portata nelle scuole. Oggi è necessario più che mai parlare di questi temi con i ragazzi, aprire un dialogo fondamentale per la crescita e che determina le persone che saranno un domani”, ha sottolineato Andrea Lattanzi.

“Debutto al cinema con questo film, non ho letto il copione. Il regista mi suggeriva le battute e io recitavo. È stato un lavoro che abbiamo fatto passo dopo passo sul set”, ha ricordato il giovanissimo Francesco Lombardo. “È un film basato sulla realtà, quest’anno ci sono stati molti femminicidi. Ed è per questo che, oltre ad essere bello, è necessario. Oggi – ha proseguito Francesco – assistiamo a tanta violenza, vorrei fare come il protagonista: mettere fine ai litigi tra gli adulti con il dialogo”.

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