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Nomina Guterres all’Onu segnale di lungimiranza

di Michele Chiaruzzi, Life Member Clare Hall College University of Cambridge; Scuola di Scienze politiche e social Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Pubblicato:07-10-2016 11:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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di Michele Chiaruzzi *
La nomina di Antonio Guterres quale Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sancisce il compromesso raggiunto dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ma, naturalmente, non pone fine alle divisioni che hanno complicato questo risultato appena raggiunto. Tali divisioni riguardano, difatti, questioni differenti e ben più scabrose che si sono riverberate in sede ONU. Prima fra tutte la guerra in Siria. Sia come sia, la scelta del successore di Ban ki-moon ha smentito molte delle previsioni e, con esse, la cosiddetta ’teoria geografica’, ossia l’idea che, seguendo appunto un criterio geografico, il Segretario generale sarebbe stato appartenente all’area dell’Europa orientale. Ciò non si é ovviamente verificato. Tale nomina, difatti, rappresenta in sè  l’apoteosi di un processo politico il quale, come tutti i processi politici, trova il proprio esito in un criterio politico e in nessun altro. Questo  criterio politico é il consenso delle potenze che detengono il diritto di veto. Il veto non é un impedimento a un presunto corso naturale degli eventi. É invece un dispositivo legale creato proprio per garantire il consenso indispensabile a una scelta di compromesso, ad una nomina che necessariamente deve essere condivisa. Il che spiega il lungo lavorio diplomatico infine giunto a questo esito che, peraltro, dimostra anche la sterilitá di un altro criterio invocato per la nomina del Segretario generale. Si tratta del criterio di genere avanzato in sede ONU a sostegno delle candidate donne. Neppure questo ipotetico criterio si é trasformato in realtá e ciò non sorprende. La politica internazionale ha una logica autonoma nella quale criteri differenti da quelli politici raramente trovano accoglimento tra coloro che governano le sorti del mondo. Le potenze maggiori hanno infine mostrato, malgrado le laceranti  tensioni in atto, la propria capacitá di cooperazione, nominando alla guida della maggiore organizzazione mondiale un uomo dalle indubbie capacitá diplomatiche, affermate sul duro terreno dell’impegno internazionale. Tra tante complicazioni, questa nomina é un segnale di lungimiranza e responsabilitá.

* Life Member Clare Hall College University of Cambridge;  Scuola di Scienze politiche e social Alma Mater Studiorum Università di Bologna



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