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Difesa, il Capo di SMD: con la crisi in Ucraina presa di coscienza sulla pericolosità della guerra ibrida, serve deterrenza multidominio

Ecco il concetto strategico 2022: modello operativo interforze connesso con sviluppo tecnologico

Pubblicato:07-09-2022 16:50
Ultimo aggiornamento:07-09-2022 16:50
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ROMA – “Le Forze Armate sono proiettate in una fase storica contrassegnata da fenomeni di grande portata politica e strategica, che hanno radicalmente mutato il nostro modo di vivere e la nostra percezione del futuro. L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ha segnato un momento di cesura e, al tempo stesso, di accelerazione di dinamiche, alcune preesistenti e altre nuove, che impongono un rafforzamento della politica di difesa e deterrenza. Il Vertice NATO di Madrid (giugno 2022) ha sottolineato come la concorrenza strategica sia destinata a crescere velocemente nei prossimi anni, alla luce del mutato scenario geopolitico per la spinta competitiva sviluppata, contemporaneamente, da Russia e Cina. Le Forze Armate devono essere in condizione di fronteggiare il dilatarsi della minaccia diretta alla sicurezza collettiva, assicurando efficacia operativa al servizio dell’Italia”. Così il Capo dello Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, espone i pilastri del concetto strategico 2022 legato a doppio filo alla guerra nel cuore dell’Europa.
“La crisi ucraina ha rappresentato per la comunità internazionale una dura presa di coscienza della pericolosità della cosiddetta guerra ibrida che si sviluppa secondo dinamiche sempre più complesse e letali, grazie alla possibilità, offerta dal progresso tecnologico, di mettere a sistema i domini classici (terrestre, aereo, navale) con quelli cyber e spazio, nonché con l’intero ambiente cognitivo. La sinergia fra queste dimensioni- spiega il CHOD- determina una tipologia di conflitto senza regole e limiti, che estende il teatro di guerra alle popolazioni civili, alle reti e alla Comunità Internazionale”.
“Fra le sfide del domani si profila dunque l’esigenza di evolvere verso un nuovo ‘paradigma della deterrenza’, di fatto sempre più connesso con lo ‘sviluppo tecnologico’ e con l’ampliamento degli strumenti dissuasivi– sottolinea l’Ammiraglio Cavo Dragone- La deterrenza non può prescindere da uno strumento militare all’avanguardia, che abbia come corollari l’adozione di un modello operativo interforze e multidominio e la capacità di partecipare, a pieno titolo, alla rivoluzione in atto nel settore delle tecnologie militari. Altro aspetto di primaria importanza è la connotazione valoriale della nostra politica strategica e militare. Il mantenimento della stabilità e della pace a livello internazionale, la salvaguardia dei diritti e della dignità della persona sono, al tempo stesso, fra i compiti precipui delle Forze Armate e uno dei cardini dell’azione dell’Italia nello scenario internazionale. Questi principi etici sono al cuore della nostra Costituzione e del perimetro valoriale internazionale, le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la NATO, al quale il nostro Paese è saldamente ancorato. Il campo d’azione in questo settore non smette di ampliarsi giorno dopo giorno e siamo consapevoli che la difesa di questi valori, alla base della convivenza civile fra i popoli, rappresenta una vera e propria sfida globale che richiederà a tutti, e anche all’Italia, un impegno rinnovato, mirato e determinato”.
“In questo scenario geostrategico- prosegue il Capo di Stato Maggiore della Difesa- le missioni all’estero per la pace e la stabilità internazionale, per la salvaguardia della dignità della persona umana, sono la sintesi e la trasposizione operativa sul piano internazionale del patrimonio di valori che ispirano le Forze Armate. Il nostro impegno cresce costantemente: per la prima volta dal dopoguerra, il dispositivo militare nazionale è dispiegato in un arco geografico di un’ampiezza senza precedenti: dalla regione Artica e dal Baltico verso sud attraverso il Fianco Est dell’Alleanza, dal Golfo Persico verso Ovest attraverso il Corno d’Africa ed il Medio Oriente, il Mediterraneo, il Nord Africa e il Sahel fino al Golfo di Guinea. In tutte le aree comprese in questo arco, le attività delle Forze Armate potrebbero ampliarsi e proseguire, anche ed inevitabilmente a seguito dei risvolti della crisi ucraina”.
Conclude l’Ammiraglio Cavo Dragone: “Le Forze Armate punteranno sempre di più su una struttura organizzativa interforze, pienamente integrata e interoperabile in ambito nazionale e internazionale, sull’ammodernamento dei mezzi e dei sistemi, sull’adeguamento delle infrastrutture, sull’ottimale pianificazione delle risorse disponibili, sulla formazione e sulla motivazione della risorsa più importante di cui disponiamo, le donne e gli uomini delle Forze Armate che operano al servizio della Patria. Desidero ringraziare il Capo dello Stato, il ministro della Difesa, il Parlamento e il Governo per l’azione di indirizzo politico, per l’attenzione e la sensibilità nei riguardi delle esigenze di risorse umane e finanziarie di cui le Forze Armate hanno bisogno per raccogliere e affrontare le sfide che ci attendono”

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