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Migranti. L’Italia è il terzo paese dell’Ue per richieste asilo

Ai primi posti Germania e Svezia

Pubblicato:07-06-2016 14:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:50

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LORENZINROMA – “Una categoria da tenere in debita considerazione sono i migranti forzati (vittime di torture, stupri e o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale) che negli ultimi anni e, purtroppo anche nelle ultime settimane, sono arrivati in Italia in numero crescente, tanto da far diventare il nostro Paese il terzo dell’Unione Europea, dopo Germania e Svezia, per numero di richieste di asilo (64.625 nel 2014, di cui 7,8% di donne e 6,8% di minori)”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, durante l’audizione oggi in Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonche’ sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.

“Come è facilmente intuibile- ha proseguito- i migranti forzati (richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria) sono una popolazione ad elevato rischio di sindromi psicopatologiche a causa della frequente incidenza di esperienze stressanti, o propriamente traumatiche, che possono determinare gravi conseguenze sulla loro salute fisica e psichica. Sono pertanto convinta che, per fornire una risposta adeguata a tale situazione, sia urgente un intervento sul sistema sanitario italiano che dia maggiore rilievo ai bisogni emergenti, quali la prossimità ai gruppi a rischio di marginalità, l’equità dell’offerta”. Questo al fine di assicurare un’assistenza sanitaria “in linea con le loro necessità- ha sottolineato il ministro- e nel rispetto dei principi costituzionali. Ecco perché ritengo necessario avviare la programmazione di strumenti operativi in grado di assistere questa nuova utenza multiculturale, numerosa, eterogenea e segnata in modo profondo dai traumi subiti. Una accoglienza adeguata alla complessità dei bisogni e alla tutela dei diritti, di cui questi soggetti sono portatori, non può prescindere, infatti, da una riorganizzazione dei servizi sanitari del territorio- ha concluso- delle procedure, dell’attività formativa e del personale”.


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