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‘Antonello Venditti: che fantastica storia’, su Raiplay il documentario dedicato al cantautore romano

Rai Teche ha voluto omaggiare l'artista per i suoi 75 anni, ripercorrendo la sua carriera dagli esordi fino alla consacrazione come artista di successo della canzone italiana

Pubblicato:07-03-2024 18:54
Ultimo aggiornamento:07-03-2024 19:04
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antonello venditti
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ROMA – Per festeggiare i 75 anni di Antonello Venditti, nato l’8 marzo del 1949, arriva su RaiPlay il documentario “Antonello Venditti: che fantastica storia”. Un percorso tra musica e parole che a partire dagli esordi nei primi anni ’70 giunge fino alla consacrazione del cantautore come uno degli artisti di maggiore successo della canzone italiana, con milioni di dischi venduti.  La produzione di Venditti ha attraversato fasi diverse. Il suo debutto in coppia con Francesco De Gregori nell’album “Theorius Campus” lo vede già firmare un capolavoro come “Roma capoccia”, capace di dimostrare le possibilità evocative del dialetto, ben al di là di un presunto sapore “locale”: il brano è intrepretato da Venditti in occasione delle sue prime apparizioni televisive, a “Tutto è pop” nel 1972 e a “Senza rete” nel 1973. Quello dei testi in romanesco è un filone in cui per tutto il periodo dei suoi inizi il cantautore non cesserà di credere, proponendo brani la cui intensità è indiscutibile, da “Sora Rosa” a “E li ponti so’ soli”. Sono questi gli anni della cosiddetta “scuola romana” dei cantautori, costituita soprattutto dai giovani musicisti che ruotavano intorno al locale Folkstudio, tra i quali i “quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla” ricordati molto tempo dopo in “Notte prima degli esami”: De Gregori, Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano e lo stesso Venditti.

PROTAGONISTA DELLA CANZONE D’AUTORE DEGLI ANNI ’70

Malgrado il legame fortissimo con la sua città, esplorato nel filmato con estratti da interviste rilasciate a Gianni Minà e Vincenzo Mollica, Venditti è stato un protagonista di livello nazionale della grande stagione della canzone d’autore negli anni ’70. La sua discografia dell’epoca lo prova con titoli entrati nella storia della musica leggera, da riascoltare e rivedere nel montaggio d’archivio, emozionandosi con il sentimento e l’introspezione di “Le tue mani su di me” e “Le cose della vita” oppure con la passione civile di “Il treno delle 7” e “Canzone per Seveso”, che affronta la vicenda della nube tossica di diossina fuoriuscita dallo stabilimento Icmesa in Brianza il 10 luglio del 1976. Non si possono dimenticare, inoltre, i dolenti ritratti femminili di “Lilly” e “Maria Maddalena”, anch’essi tra le testimonianze più alte dell’arte del primo Venditti, fra l’altro spesso affidata alla potente combinazione di voce e pianoforte, come nell’intramontabile “Sotto il segno dei pesci” del 1978.

Il documentario delle Teche prosegue analizzando il passaggio tra il decennio ’70 e quello ’80, con numerose riflessioni del cantautore sul proprio mestiere e sul suo significato, specialmente in relazione ai cambiamenti sociali, politici e generazionali avvenuti nel nostro Paese. Sono gli anni di una sorta di pausa di riflessione, interrotta dall’uscita dall’album “Sotto la pioggia” con l’omonima canzone e la dolceamara “Dimmelo tu cos’è”, entrambe presentate in una puntata del programma “Blitz” del 1982. Sono questi anche gli anni in cui si rinsalda il rapporto viscerale con il mondo romanista, per il quale già qualche anno prima (1975) Antonello aveva scritto “Roma (non si discute si ama)”, divenuto l’inno ufficiale dell‘AS Roma e meglio nota come “Roma, Roma, Roma”. L’epopea del secondo scudetto vinto dalla squadra capitolina vedrà il tifoso Venditti in primissima fila con un altro dono appassionato alla fede calcistica di tanti suoi concittadini, quella “Grazie Roma” che è un vero e proprio atto d’amore, al quale seguiranno i due concerti tenuti al Circo Massimo il 15 maggio 1983, per festeggiare la storica vittoria di campionato, e poi il 30 maggio 1984, in concomitanza con la sfortunata finale di Coppia dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool.


L’Antonello Venditti degli anni ’80 è ormai un fuoriclasse e le nuove sonorità che l’artista propone confermeranno anche nei decenni successivi l’apprezzamento ottenuto dal pubblico di tutta la penisola, come dimostrano le immagini del concerto tenuto in Piazza del Plebiscito a Napoli il 5 luglio del 1996. 

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