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“Non luogo a procedere” per lo stalker di Marta Collot, Pap insorge

La portavoce nazionale di Potere al popolo rivela anche di essere stata vittima di uno stupro tre anni fa

Pubblicato:07-03-2022 15:09
Ultimo aggiornamento:07-03-2022 15:09
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BOLOGNA – “Nell’affrontare collettivamente la violenza abbiamo deciso di non fare il nome della compagna coinvolta, per sottrarci alla personalizzazione. Oggi però voglio prendere la parola in prima persona e dire che ero io la donna ad essere stata stuprata tre anni fa, e sono io ad essere stalkerata e ad aver dovuto cambiare casa e abitudini”. A dirlo, davanti al Tribunale di Bologna, è Marta Collot, portavoce nazionale di Potere al popolo e candidata sindaca sotto le Due Torri alle ultime elezioni comunali.

L’occasione sono la conferenza stampa e il presidio organizzati questa mattina proprio da Potere al popolo per denunciare, alla vigilia dell’8 marzo, la decisione del gup Letizio Magliaro di disporre il non luogo a procedere, nell’udienza preliminare che si è tenuta martedì scorso, nei confronti di un uomo- un 50enne “con precedenti specifici e anche delle condanne”, spiega l’avvocata Marina Prosperi- che Collot ha già denunciato due volte per stalking e che, proprio a seguito della seconda denuncia, si trova in carcere da più di un mese in custodia cautelare.

La vicenda, dettaglia Prosperi, è iniziata nel 2019, quando “questa persona ha iniziato a molestare Marta, che ha sporto denuncia”. All’epoca, il pm Marco Imperato aveva chiesto al gip Alberto Gamberini di disporre nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento, richiesta che però era stata respinta. L’indagine era comunque proseguita, e a seguito della richiesta di rinvio a giudizio era stata fissata per l’1 marzo di quest’anno l’udienza preliminare. Quando a luglio la fissazione dell’udienza è stata notificata “senza che Marta ne sapesse niente”, sottolinea Prosperi, le molestie sono ricominciate.


Il 50enne, spiega la legale, ha ripreso a perseguitare Collot “dicendole ‘ci dobbiamo vedere, dobbiamo risolvere questa faccenda’. Lei- prosegue Prosperi, gli ha però risposto che se avesse continuato lo avrebbe nuovamente denunciato, ma lui non solo non ha smesso, ma ha anche cominciato a perseguitare due amiche di Marta trovate sui social”. A questo si sono aggiunte “anche delle minacce, con frasi come ‘vedrai cosa ti succede se non ci incontriamo’“, motivo per cui, ricostruisce la legale, “abbiamo convinto il pm a non chiedere nuovamente il divieto di avvicinamento, ma l’arresto, visto che tra l’altro questa persona ha precedenti specifici e anche condanne“.

L’arresto a seguito di questa seconda denuncia è poi effettivamente arrivato, con il gip Francesca Zavaglia che “ha disposto la custodia in carcere, poi confermata dal Riesame”. Nel frattempo si arriva all’1 marzo, giorno dell’udienza preliminare del procedimento scaturito dalla prima denuncia. Lì, spiega Prosperi, per un ‘mix’ di fattori, tra cui “la presenza, in aula, di un pm che non conosceva tutta la vicenda” e il fatto che i due procedimenti non fossero stati uniti, il gup Letizio Magliaro ha deciso per il non luogo a procedere, decisione di cui ancora non si conoscono le motivazioni e contro la quale, fa sapere Prosperi, “la Procura farà ricorso per Cassazione”.

La decisione del gup, presa “nonostante le molestie siano continuate fino all’arresto cautelare di un mese fa, dimostra- denuncia Collot- l’abissale distanza tra i proclami e gli inviti alle donne a denunciare i casi di violenza e la realtà contro cui devono scontrarsi quotidianamente. Davvero dobbiamo aspettare che una donna venga ammazzata per poter dare valore alle molestie? Davvero dobbiamo subire processi in cui veniamo colpevolizzate per essercela cercata mentre l’uomo violento viene dipinto come vittima di troppo amore o in preda a una tempesta emotiva?”.

Nel corso dell’iniziativa di questa mattina, inoltre, Collot fa sapere di essere stata vittima di uno stupro tre anni fa, nel parchetto di via Parri in Bolognina. La vicenda, del tutto slegata dal caso di stalking, era nota, ma finora non si conosceva il nome della vittima, e oggi l’ex candidata sindaca di Potere al popolo spiega di “voler prendere la parola in prima persona e dire che ero io la donna stuprata tre anni fa”. In questo caso, ricorda la stessa Collot, lo stupratore “è stato condannato al massimo della pena, nonostante la richiesta del pm fosse molto inferiore”. Una sentenza, aggiunge l’esponente di Potere al popolo, arrivata “dopo le mobilitazioni nel quartiere, dopo presidi sotto al Tribunale, dopo che grazie al mio avvocato siamo riusciti a portare la voce della ‘vittima’ in aula, dove ho potuto dire in faccia al mio stupratore ciò che penso: che ha approfittato del suo vantaggio fisico, ma che non mi sono mai piegata“.

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