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Donne, ecco il progetto ‘7 marzo’. Manfuso: “Contro la violenza serve prevenzione”

Sara Manfuso, presidente dell'associazione 'Io cosi'', lancia in un'intervista alla Dire il nuovo progetto '7 marzo', nato per educare alla prevenzione della violenza e per abbattere gli stereotipi

Pubblicato:07-03-2021 11:41
Ultimo aggiornamento:07-03-2021 11:53
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ROMA – Un progetto dal sapore quasi provocatorio: “7 marzo. Tutti quanti ci aspettiamo che si dica e che si celebri l’8 marzo e abbiamo pensato di lavorare sulla formazione e prevenzione culturale, di incentivare il dialogo con i giovani, con le donne e anche con i maschietti perché sappiamo che sono loro i primi a dover essere sensibilizzati, in particolar modo nel contrasto alla violenza di genere”. È Sara Manfuso, presidente dell’associazione ‘Io cosi” a lanciare alla Dire il nuovo progetto ‘7 marzo’, nato per educare alla prevenzione della violenza e per abbattere gli stereotipi, che vedrà diversi esperti, nelle diverse aree di competenza, mettere la propria professionalità a disposizione delle donne in modo particolare per quante chiedono aiuto, o hanno anche solo bisogno di un consiglio o un confronto.

Tra le esperte la psicoterapeuta Francesca Cenci che, intervistata dalla Dire, ha spiegato come sarà articolato il progetto sul sito www.7marzo.it : “Il logo del progetto è una sveglia senza lancette, ma dentro c’è la scritta impressa ‘7 marzo’ per dire a tutte le donne che bisogna amarsi e volersi bene tutti i giorni e che bisogna arrivare in tempo”.

È ancora una volta la prevenzione della violenza il punto cruciale. “Noi cercheremo di essere presenti per aiutare le donne e sostenerle- ha detto Cenci- Ci sarà una sezione video e una nella quale possono scriverci e noi possiamo dare delle risposte. Una sezione più specifica di ‘Salute donna’, un’altra legata ai problemi sociali, un’altra ancora di psicologia e il team di esperti sarà disponibile a rispondere. Non si improvvisa niente, ma si vuole soprattutto giocare di anticipo. Quindi, per evitare che i problemi possano degenerare e che le ragazze, soprattutto le più giovani, possano pian piano trovarsi in situazioni scomode o addirittura pericolose, noi cerchiamo di agire dalla base, dall’origine del problema, rieducare e insegnare loro a volersi bene, a rispettarsi e magari a lavorare sulla propria autostima e sulla propria autoconsapevolezza, per non accettare di venire magari maltrattate o non rispettate”. Ed eccole le mail a cui si potrà scrivere per contattare gli esperti: sociale@7marzo.it; psicologia@7marzo.it e salutedonna@7marzo.it.


Per questo Manfuso ha rinnovato l’appello a “denunciare subito, a intervenire prima, anche un giorno prima, un minuto prima, quel tempo che sembra essere irrisorio ma che può essere decisivo”.

PROGETTO 7 MARZO, IL CHIRURGO: L’ESTETICA NON ALIMENTI STEREOTIPI

Il ruolo del chirurgo plastico è importante nella gestione dell’autostima delle donne. Innanzitutto bisogna fare una differenziazione tra difetti, inestetismi e stereotipi. I difetti sono congeniti e, quindi, essenzialmente legati a delle malformazioni che ci sono sin dalla nascita. Gli inestetismi sono quelle condizioni che i pazienti non accettano e che vorrebbero modificare. Gli stereotipi sono il voler cercare di assomigliare per forza a qualcuno perché magari si vuole emulare qualche vip. Noi lavoriamo con quelle pazienti che guardandosi allo specchio non si accettano”. È Giorgio Giovannelli, chirurgo specializzato in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, a presentare uno specifico tema, quello della medicina estetica per le donne, che rientrerà nella cornice del ‘Progetto 7 marzo’, presentato alla Dire con Sara Manfuso, presidente dell’associazione Io Così e la psicoterapeuta Francesca Cenci. La medicina estetica, la consapevolezza delle pazienti, la ricerca di migliorare alcune caratteristiche di sé senza cadere negli stereotipi sarà parte dell’area salute, che insieme a quella sociale e a quella psicologica rappresenteranno l’anima del sito www.7marzo.it.

Dobbiamo cercare di capire quali siano le esigenze della paziente e andare a personalizzare il trattamento estetico o l’intervento chirurgico. Non dobbiamo alimentare stereotipi o fare dei cloni: ogni persona- ha detto il chirurgo- ha una sua caratteristica interiore e la propria personalità”.

Quanto al progetto ha sottolineato: “L’obiettivo è cercare di tirar fuori la bellezza interiore e dare l’opportunità alla paziente di esteriorizzarla. Ogni persona ha una propria bellezza interiore, noi dobbiamo aiutare a trasmetterla e a credere di più in se stesse. Io non li chiamo difetti perché ogni persona ha una propria caratteristica, bisogna capire se modificarla possa dare maggiore sicurezza per poter affrontare il mondo con maggiore autostima. Questo è fondamentale perché i pazienti dopo cambiano radicalmente dal punto di vista psicologico”.

E sulla necessità di cogliere la reale consapevolezza dei pazienti ha aggiunto: “Se arrivano con le foto e dicono ‘Vorrei un naso cosi’, vorrei un seno così’- ha concluso Giovannelli- io dico subito di andare da un altro chirurgo. Non sono un copia-incolla la chirurgia e la medicina estetica“.

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