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Un murales per Vincent, suicida su Tiktok. L’avvocato: “In chat cose sconcertanti”

Vincent Plicchi si suicidò in diretta su TikTok. Ricorso al Tribunale per far riaprire il profilo del giovane

Pubblicato:07-02-2024 14:43
Ultimo aggiornamento:07-02-2024 16:18

vincent plicchi striscione
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BOLOGNA – “Dalle chat TikTok nel telefono abbiamo trovato cose sconcertanti, sì, che mostrano come Vincent avesse subito ogni tipo di angheria. Anche minacce, gravi”. Così l’avvocato Daniele Benfenati, che a Bologna segue la famiglia di Vincent Plicchi, il giovane che a ottobre si è suicidato in diretta su TikTok. A margine della conferenza stampa in Comune per annunciare un murales in memoria del 23enne, continua il legale della famiglia a fianco del padre del ragazzo, Matteo Plicchi: “Abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Bologna, chiedendo che ordini a TikTok di riaprire il profilo di Vincent, per andare a vedere- rimarca Benfenati- cosa c’è dentro. TikTok ha ricevuto l’atto. Sono in contatto con lo studio legale di Milano che li difende, persone disponibilissime. È un atto dovuto, di fronte al provvedimento di un magistrato, e credo che, se non cambierà nulla in corso d’opera, non troveremo opposizione da parte loro a dar corso a quello che ordinerà il giudice”.

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Poi, dal profilo e dalle chat, soprattutto, “tireremo fuori elementi utili a valutazioni di carattere penale. Ma verrà fatto tutto dopo il 29 febbraio, il giorno dell’udienza al Tribunale civile. Ai primi di marzo vedremo il da farsi, in sostanza”, aggiorna il quadro l’avvocato. Sul fatto che la Procura non si sia mossa come qualcuno della famiglia e tra gli amici di Vincent si aspettava, continua Benfenati: “Non c’è stata nessuna indagine perché non c’è stata nessuna denuncia. Il giorno dopo al suicidio di Vincent, sui blog e sui giornali si leggeva di queste ‘confessioni’, di questi ragazzi che avevano detto ‘siamo stati noi’. La Procura non va su Tiktok, ma credo che, stimolata nel modo giusto, potrà procedere ad una indagine fatta per bene. Stiamo parlando di tante persone in ballo, italiane e non italiane: sembrava che, quando non sapevano cosa fare, andassero tutti a offendere Vincent“. Aggiunge il legale: “C’è chi ha accusato Vincent anche di essere un pedofilo, perché aveva mandato un paio di messaggi ad una ragazza di 17 anni. Vincent non aveva nulla che non andasse, lo conoscevo da quando era nato. Era solo troppo buono e troppo ingenuo, forse“.


IL MURALES PER VINCENT

Un murales “in memoria di Vincent” spunterà sulle pareti di una scuola di Bologna, l’Istituto Comprensivo 21, con il coinvolgimento delle alunne e degli alunni della media Pepoli, nel cuore del parco della Lunetta Gamberini. Verrà realizzato dagli artisti Alessandro Ferri alias Dado, Massimiliano Landuzzi alias Rusty, Riccardo Raviola alias Draw e Elvis Pregnolato alias Mambo. L’opera sarà inaugurata in maggio ed è il cuore del progetto del Comune, illustrato oggi in occasione della giornata mondiale contro il cyberbullismo, promosso insieme alla famiglia di Vincent Plicchi. Illustrano l’iniziativa, oggi in conferenza stampa in Comune, il papà di Vincent, Matteo Plicchi, gli stessi artisti, il sindaco Matteo Lepore, la presidente del quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole, la dirigente dell’istituto scolastico Ombretta Pavoni. In conferenza stampa partecipano anche tanti amici di Vincent, che hanno anche esposto uno striscione (“Giustizia per Vincent”) prima dell’inizio dei lavori.

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