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(la foto di copertina è tratta dal profilo Instagram di Dargen D’Amico)
BOLOGNA – Si è presentato vestito di orsetti (sulle spalle e ai piedi) e ha cantato un testo molto profondo, a dispetto del ritornello da tormentone: “Onda Alta“. Una canzone che parla di guerra e di viaggi sui barconi, di bambini che muoiono e di ingiustizie. “Sta arrivando sta arrivando l’onda alta. Stiamo fermi, non si parla e non si salta”, canta Dargen D’Amico, occhiali da sole che non si è mai tolto dal viso (neanche alla fine dell’esibizione) e passeggiata in platea per il finale della canzone. Alla fine, sul palco, nel salutare Amadeus, si prende la libertà di fare un appello: “Grazie per la possibilità di cantare questo brano, che dedico questa canzone alla mia cuginetta Marta che è a Malta a studiare. Ma non tutti sono così fortunati nel Mediterraneo: ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua senza cibo. In questo momento il nostro silenzio è corresponsabilità: la storia, Dio, non accettano scena muta. Cessate il fuoco”. Il cantante poi è uscito di scena, tra gli applausi, non prima di aver consegnato il mazzo di fiori ricevuto in omaggio al ‘suo’ direttore d’orchestra Enzo Campagnoli.
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