NEWS:

Caro prezzi, Scordamaglia (Filiera Italia): “La trasparenza è un valore per tutti”

"Bisogna risolvere la situazione difficile nel potere d'acquisto delle famiglie meno abbienti, una disuguaglianza alimentare inaccettabile"

Pubblicato:06-08-2023 13:53
Ultimo aggiornamento:06-08-2023 15:07

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Sono francamente stupito da questa alzata di scudi contro un’operazione trasparenza prezzi anche da parte di associazioni della trasformazione. Affidare ad Ismea il compito di effettuare un’analisi approfondita dei costi di produzione delle singole filiere è già un obbligo di legge previsto dalla normativa sulle pratiche sleali commerciali. Probabilmente qualcuno fa finta di non sapere o di dimenticarsi che Ismea lo sta già facendo ed auspichiamo che lo faccia sempre di più per poter segnalare alle autorità di controllo violazioni della normativa contro le pratiche sleali commerciali a partire dalle operazioni di sottocosto”. Lo spiega all’agenzia Dire l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.

Luigi Scordamaglia

In occasione del tavolo sul trimestre antinflazione, Filiera Italia ha proposto un’operazione trasparenza prezzi, grazie a un’analisi periodica aggiornata dei costi di produzione delle singole filiere da parte di Ismea per distinguere tra aumenti reali e legittimi e fenomeni invece speculativi.
Tutto ciò ha determinato una ampia e trasversale levata di scudi: da Centromarca fino alle associazioni industriali che hanno lamentato “l’interventismo sul mercato e metodi sovietici” nonostante la proposta sia legata a un bisogno di trasparenza. “Avere un’analisi dei costi di produzione reali ed aggiornati per singola filiera non è interventismo statalista né obbliga nessuno a fissare dei prezzi– sottolinea Scordamaglia- ma aiuta a capire chi margina e chi no più che legittimamente e chi specula e chi no. Come Filiera Italia siamo quindi convintissimi di andare avanti su questa strada ed anzi abbiamo chiesto in tal senso un potenziamento Ismea al ministro Lollobrigida. La trasparenza dei prezzi è un valore per tutti, per il consumatore ma anche per i produttori, ed è difficile capire perché qualcuno può essere contrario se in buona fede”.

L’ACCORDO SUL PANIERE ANTINFLATTIVO

Al momento, l’accordo sul paniere antinflattivo sembra andare avanti solo con la grande distribuzione ed è forse controproducente. “Condivido la sua analisi- afferma l’amministratore delegato di Filiera Italia- perchè un accordo antinflattivo del Governo solo con la Gdo è controproducente innanzitutto per il consumatore, appunto perché alla riduzione dei prezzi di pochi articoli nel paniere potrebbe corrispondere un aumento di altri articoli fuori paniere, ma soprattutto è controproducente per la stessa filiera agroalimentare, perché la grande distribuzione non potrebbe certo tenersi in pancia le riduzioni di prezzo e finirebbe con il riversarli a monte e, da qui, alle fasi più deboli”.
La grande distribuzione è un pezzo importante dell’intera filiera agroalimentare– continua- e spesso partner in contratti di filiera e valorizzazione del made in Italy. Poi è chiaro che le ‘pecore nere’ stanno in tutte le migliori famiglie ma ancora una volta le norme contro le pratiche commerciali sleali ci hanno dato un’arma importante che stiamo usando, denunciando all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari sia quelle catene distributive singole che quelle singole aziende di trasformazione che violano la norma con modifiche unilaterali dei contratti ed ancora richieste di contributo di fine anno in accettabili soprattutto per le piccole medie imprese“.
“Ma non saranno singole mele marce, seppur in alcuni casi di dimensioni notevoli, a danneggiare l’intera filiera agroalimentare- tiene a ribadire Scordamaglia- in cui produzione agricola, trasformazione e distribuzione lavorano insieme per la massima valorizzazione del made in Italy“.
In quale modo curare, allora, questa diseguaglianza? “Una soluzione va assolutamente trovata- risponde- per venire incontro ad una situazione difficile nel potere d’acquisto delle famiglie meno abbienti che coincide con una disuguaglianza alimentare inaccettabile. Una piena trasparenza nei prezzi consentirà di capire meglio dove c’è margine sufficiente a provare una vera operazione anti inflativa, che rimane ovviamente su base volontaria. Ma lo strumento fondamentale rimane un selettivo aumento del potere d’acquisto di chi ha più bisogno attraverso stipendi netti più alti, tramite cuneo fiscale, per i redditi più bassi. Speriamo sia definitivamente finita l’epoca dei bonus per tutti anche per chi non ne avrebbe bisogno”.
“L’esempio delle accise sulla benzina è davvero illuminante: dare un vantaggio fiscale a tutti, anche a chi ha macchine potenti, per andare in vacanza è controproducente. Concentrare invece sempre più sconti fiscali sul carburante verso le categorie professionali come gli agricoltori o i camionisti, considerato che l’85% del trasporto in Italia è su gomma e che abbiamo il costo chilometro più caro di Europa pari a 1,12 €/km, è la soluzione migliore- conclude Scordamaglia- e che potrà contribuire ad un effetto antinflattivo sui beni alimentari di prima necessità“.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it