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‘Il regno del pianeta delle scimmie’, Wes Ball: “Un omaggio alla saga, ma il coraggio ci ha spinto oltre”

Una delle saghe più famose al mondo torna sul grande schermo con 'Il regno del pianeta delle scimmie' diretto da Wes Ball. Parola ai protagonisti

Pubblicato:06-05-2024 18:11
Ultimo aggiornamento:06-05-2024 18:11

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ROMA – E la saga continua…è il caso di dirlo. L’8 maggio arriva al cinema il nuovo capitolo del fortunato franchise ‘Il pianeta delle scimmie’, iniziato nel 1968. Una delle saghe più famose al mondo torna sul grande schermo con ‘Il regno del pianeta delle scimmie’ diretto da Wes Ball. “Fare questo film è stato come sognare ad occhi aperti. Sì, ci siamo divertiti a realizzarlo ma è stato molto difficile. Non è il solito processo che si segue per i normali film. La pressione è stata tanta perché il confronto con i film precedenti è sempre dietro l’angolo. Credo che con ‘Il regno del pianeta delle scimmie’ omaggiamo i precedenti capitoli ma siamo riusciti a creare una nostra identità e una nuova storia, ci è voluto tanto coraggio“, ha raccontato Wes Ball in occasione di un incontro stampa virtuale.

Si tratta del seguito della trilogia con Andy Serkis nei panni di Cesare ed è ambientato diverse generazioni dopo. “Andare avanti nel tempo ci ha dato l’opportunità di avere nuovi personaggi capaci di scoprire nuove cose: qui la verità diventa mito e leggenda e la conoscenza, invece, potere”, ha detto il regista.

In questo film le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani. “Al centro del film c’è la questione ‘un giorno scimmie e umani coesisteranno? A questo non posso rispondere, altrimenti non ci sarebbero i prossimi film. Questo – ha proseguito Ball – è un concetto che risuona anche nel presente perché siamo circondati da drammi e conflitti che nascono dalla difficoltà di coesistere con chi la pensa in modo diverso, per fare un esempio“. Il regista non voleva fare il film portatore di un messaggio “ma è chiaro che storie del genere richiamino l’attualità. Per esempio la fragilità della verità nel mondo di oggi oppure leader che possono indurre le persone a fare azioni non giuste”.


Presenti all’incontro stampa anche i protagonisti Owen Teague (Noa), Freya Allan (Mae), Kevin Durand (Proximus Caesar). “Dal mio personaggio ho imparato quanto sia necessario avere una mente aperta quando si incontrano cose o persone nuove. Non bisogna aver paura dell’ignoto ma abbracciarlo. Questo non solo fa parte della storia di Noa ma anche di noi attori“, ha detto Teague. “Da Proximus Caesar ho imparato che è molto più divertente essere una scimmia che un umano“, ha ricordato Durand. Per interpretare Mae “ho attinto dalla vita personale, per questo dico sempre che è necessario vivere pienamente la propria vita”, ha sottolineato Allan. Per interpretare Proximus mi sono ispirato ad oratori potenti e carismatici. Mi ricordo di aver visto un video di Arnold Schwarzenegger, quando era governatore della California. Ma anche Elon Musk e Anthony Robbins, impossibile distogliere lo sguardo da loro”, ha detto Durand.

Interpretare una scimmia? “È stato facile, non abbiamo finto di essere scimmie. Noi le abbiamo considerate come persone, quindi non ci siamo sentiti ridicoli”, hanno detto Teague e Durand. “Ho avuto modo di parlare con Andy Serkis, che è stato davvero generoso nel darmi molti consigli. Credo che sia stato una sorta di passaggio di testimone, ma non è stato così: è stato come lavorare con un mentore. L’altra persona che è stata davvero determinante nel farci diventare scimmie e nel far funzionare questo film, è stato Alain Gauthier (il coordinatore dei movimenti, ndr): ha lavorato con noi per creare questi personaggi fisici e aiutarci a credere di essere scimmie“, ha raccontato l’interprete di Noa. Anche l’attrice, che interpreta un’umana, è uscita dalla sua zona di comfort per questo ruolo: “Ho voluto fare tutto io, anche le acrobazie. Avevo anche delle protesi ai piedi che assomigliavano un po’ alle zampe dell’orco Shrek. Quindi, per la maggior parte del tempo ho detto ‘non usiamole’ e così andavo in giro a piedi nudi. Quando ero bambina lo facevo spesso”. Non solo attori della saga ma soprattutto fan. “Da bambino ero ossessionato dal film con Charlton Heston. Ricordo che imploravo mia madre di farmi vedere ‘Il pianeta delle scimmie’, e lei non voleva metterlo perché pensata che potessi piangere alla vista di scimmie parlanti. Probabilmente è stato il film che mi ha fatto pensare: ‘Oh, mio Dio! Dio, potrei essere in grado di fare film un giorno’“, ha ricordato Kevin Durand.

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