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Dl sostegni, tensione sul superbonus. M5s minaccia di non votare fiducia, poi apre: “Ricevute garanzie”

Il timore del M5s che il no della ragioneria si estenda anche al superbonus 110%: "Draghi si impegni"

Pubblicato:06-05-2021 16:54
Ultimo aggiornamento:06-05-2021 18:18

draghi imagoeconomica
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ROMA – “Abbiamo avuto garanzie importanti dal governo perché il tema” della cedibilità del credito fiscale da parte delle imprese “non venga accantonato”. Quindi “domani inizieremo un tavolo perche quell’emendamento inizi il percorso che lo porti al Dl sostegni 2”. Così il capogruppo M5S al Senato Ettore Licheri in Aula, sciogliendo il blocco sul voto di fiducia sul dl Sostegni. Stando a quanto riportato dall’agenzia Dire, infatti, il M5s sarebbe stato pronto a non votare la fiducia al governo nel caso in cui non ci fossero state rassicurazioni sul reinserimento del ‘dl imprese’.

Il Movimento 5 stelle non ritrae la mano alle persone che aspettano il dl Sostegni” ma “da domani l’emendamento per la cedibilità del credito fiscale alle imprese lo ripresenteremo nel dl Sostegni 2. M5S è dalla parte delle imprese”, dice Licheri, “lo abbiamo dimostrato con il Superbonus al 110%”, prosegue mentre l’Aula rumoreggia, “e lo dobbiamo dimostrare con superbonus alle imprese“, per cui “quello che è stato fatto in commissione non lo possiamo accettare”.

FONTI M5S: SENZA SUPERBONUS IMPRESE NON VOTIAMO LA FIDUCIA

Questo pomeriggio fonti del M5s interpellate dalla Dire erano state chiare: “al momento la fiducia non la votiamo”. Lo scontro riguarda l’esclusione dal maxiemendamento decisa dalla Ragioneria dello Stato dell’emendamento al dl Sostegni sul cosiddetto ‘superbonus’ alle imprese per la cedibilità dei crediti d’imposta per l’acquisto dei beni strumentali relativamente al piano transizione 4.0. Una scelta “inaccettabile” con un “esito imprevedibile”, che faceva nascere “il timore che si possa andare a contestare anche la cedibiltà del Superbonus 110%”, per cui “a maggior ragione non si vota la fiducia”.


E allora, la norma “o la reinseriscono, o si procede a una riscrittura finale per tranquillizzare la Ragioneria, o il governo prende un impegno scritto a recuperare la misura in un prossimo veicolo“, dicono le fonti M5S al termine di una riunione.

Potrebbe andar bene un Ordine del giorno che impegni il governo? “Non basta, serve un impegno del governo, Draghi si è impegnato verbalmente a estendere la misura“, modellata sulla cedibilità prevista nel Superbonus 110%, “o lui o Franco si impegnino a recuperare”. Si tratta di “un emendamento approvato in commissione Bilancio con il favore di tutte le forze politiche e il placet ministeriale”, con il quale è “passata la cessione del credito fiscale”, proseguono le fonti.

Si tratta di “un lavoro portato avanti da tempo” attraverso “un’istruttoria e un confronto con le strutture del ministero” dell’Economia e delle Finanze, “altrimenti non avremmo presentato l’emendamento”. Norma che “c’è nel maxiemendamento, ma è accompagnata una richiesta di stralcio della Ragioneria”, proseguono le fonti M5S, ma “la Ragioneria dice che l’estensione della cedibilità del credito anche al credito d’imposta per Transizione 4.0 ‘potrebbe’ comportare squilibri nei conti, ma con un susseguirsi di condizionali, non ci sono certezze” e “questa esternazione della Regioneria è inaccetabile”.

Quindi, proseguono le fonti M5S interpellate dalla DIRE, “o ci spiegano che il meccanismo è lo stesso del Superbonus 110%, visto anche l’Ue quei crediti non li considera debito, li considera ‘non payable’, e lo stesso principio si applica a Transizione 4.0, o se non ci spiegano come viene risolta non votiamo fiducia“.

E’ una misura che “serve alle imprese” quindi “non basta che la Ragioneria dica ‘forse’, hanno i numeri, non ci può dire ‘forse accadrebbe’” e “non deve fare politica” perché il suo “non è un parere”, è “irricevibile”. Oltretutto, segnalano le fonti M5s, c’è “il timore che si possa andare a contestare anche l’altra misura sulla cedibilità”, quella del Superbonus 110%, cuore del provvedimento, per cui “a maggior ragione non si vota la fiducia”, visto che si tratta di “misure diverse ma comunicanti”. Quindi, concludono le fonti M5S, “l’esito al momento è imprevedibile” e “al momento la fiducia non la votiamo”, quindi “si andassero a cercare i voti altrove”.

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