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Strage Bologna, dopo le condanne tre tecnici della Polizia scientifica rischiano l’indagine per depistaggio

I verbali di sei persone inviati ai pm per valutare eventuali ipotesi di reato a loro carico: tra loro tre tecnici della Polizia scientifica e tre persone vicini agli ambienti di estrema destra

Pubblicato:06-04-2022 18:27
Ultimo aggiornamento:06-04-2022 22:56
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BOLOGNA – Nei confronti di sei persone che sono state sentite nel processo sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia -tra le quali ci sono tre tecnici della Polizia scientifica- potrebbe essere aperta un’indagine per falsa testimonianza o per frode in processo penale e depistaggio. La Corte d’Assise di Bologna, che oggi ha condannato i tre imputati, ha infatti disposto di inviare i verbali dei sei ai pm per valutare eventuali ipotesi di reato a loro carico.

Nel dettaglio, potrebbero ritrovarsi indagati per falsa testimonianza l’avvocato Stefano Menicacci, ex senatore del Msi e già difensore di Stefano Delle Chiaie, che introdusse Bellini, all’epoca latitante sotto il falso nome di Roberto Da Silva, all’aeroclub di Foligno; Giancarlo Di Nunzio, cointestatario, assieme allo zio Giorgio, di un conto corrente su cui sarebbe transitata la prima tranche dei soldi poi utilizzati per finanziare la strage; e infine Piercelso Mezzadri, personaggio vicino agli ambienti dell’estrema destra emiliana e legato a Bellini e alla sua famiglia.

Rischiano invece un’indagine per depistaggio i tre tecnici della Polizia scientifica Fabio Giampà, Stefano Delfino e Giacomo Rogliero. I tre, chiamati dalla Procura generale per ‘ripulire’ l’intercettazione ambientale del leader veneto di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, in cui secondo l’accusa si faceva riferimento ad un aviere che avrebbe portato la bomba in stazione a Bologna, nella loro relazione hanno affermato che la parola in questione potrebbe non essere ‘aviere’, ma ‘corriere’.


Per i pg, però, questa interpretazione, visto che i tecnici della Scientifica hanno ammesso di aver consultato anche fonti aperte (come articoli di giornale che parlavano del processo), è influenzata dalle ipotesi poi archiviate sulla pista palestinese, soprattutto quando fa riferimento allo scoppio per errore della bomba in stazione, bomba trasportata proprio da un corriere.

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