ROMA – Il 5 giugno 2016 è entrata in vigore la legge che ha introdotto in Italia l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso. Nel corso del secondo semestre di quell’anno, grazie alla legge Cirinnà si sono costituite 2.336 unioni civili, un numero particolarmente consistente che ha riguardato coppie da tempo in attesa di ufficializzare il proprio legame affettivo. Al boom iniziale ha fatto poi seguito una progressiva stabilizzazione. Lo rileva l’Istat nel rapporto ‘Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi – Anno 2021’.
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Nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani, che con un aumento del 40,3% rispetto al 2020 (anno di generale contrazione) tornano sostanzialmente ai livelli pre-pandemia del 2019 (2.297 unioni civili). Il 34,5% delle unioni civili è nel Nord-ovest, seguito dal Centro (27,2%).
Tra le regioni in testa si posiziona la Lombardia con il 21,8%; seguono Lazio (13,8%) ed Emilia-Romagna (10,1%). Considerando i tassi per 100mila residenti, la Toscana si colloca al primo posto (5,6 per 100mila) seguita dal Lazio (5,2) e dalla Lombardia (5,0).
Emerge con particolare evidenza il ruolo attrattivo di alcune metropoli. Nel 2021 l’8,5% delle unioni civili si è costituito nel comune di Roma e il 6,6% in quello di Milano. Si conferma anche nel 2021 la prevalenza di unioni tra uomini (1.225 unioni, il 57,0% del totale), pur se in diminuzione rispetto sia all’anno precedente (62,4%) sia all’anno pre-pandemico (62,2%). La ripartizione con la più alta incidenza delle unioni tra uomini è il Sud (59,3%) mentre tra le regioni spicca l’Umbria (68,6%).
“Dopo lo stop dovuto alla pandemia tornano a crescere le unioni civili. Non solo crescono, tornando ai livelli del 2019, ma in questo particolare contesto superano anche i matrimoni“. Lo dice Monica Cirinnà, responsabile nazione Pd per i diritti e prima firmataria della legge che ha istituito le unioni civili in Italia.
“Leggere questi numeri mi emoziona ancora, perché so che dietro di essi c’è la felicità di tante nuove famiglie – prosegue Cirinnà – La richiesta di parità e uguaglianza è sempre più forte, e dovrà trovare risposta nel matrimonio egualitario e nel riconoscimento dei figli alla nascita“.
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