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Napoli. Comitato ‘Dateci Facoltà’: “Ora a Scampia costruire l’università”

Emma Dello Iacovo: "il quartiere può rinascere e trovare la sua vocazione"

Pubblicato:06-03-2017 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:59

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ROMA –  “Avere un polo universitario a Scampia significherebbe dare a questo quartiere una sua vocazione, sarebbe il simbolo di un riscatto culturale e sociale”. Ne è sicura Emma Dello Iacovo, portavoce di ‘Dateci Facoltà’, comitato che dal 2010 intende fare luce sulla costruzione del nuovo dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’università Federico II di Napoli nel quartiere di Scampia.

Il progetto esiste dal 2007 ma una serie di ritardi nell’erogazione dei fondi hanno bloccato la realizzazione dell’opera, che doveva essere ultimata nel 2014. “Al cardinale Crescenzio Sepe – racconta Dello Iacovo all’agenzia Dire – abbiamo consegnato già nel 2011 una raccolta di 10mila firme per chiedere la costruzione della facoltà. Erano presenti anche il sindaco di Napoli e l’ex rettore della Federico II. Tra i firmatari c’era anche Luigi de Magistris”. La promessa di realizzare il polo entro il 2014 però “è stata disattesa perché la Regione – continua Dello Iacovo – ha erogato i fondi a singhiozzo. Per fortuna, seppur molto a rilento, i lavori non si sono mai fermati e immaginiamo che a breve possa esserci la definitiva apertura del polo”. Dateci Facoltà chiede al sindaco de Magistris “di farsi carico dell’impegno preso con noi quando firmo’ il nostro appello per avere l’università a Scampia. Nel quartiere – continua la portavoce del comitato – esistono associazioni e gruppi che raccolgono tanti volontari che fanno molto per questo territorio. Ma avere quel polo universitario significherebbe dare vita a Scampia e avere importanti introiti economici. Un riscatto oltre che una vocazione vera per un quartiere che finora non l’ha mai avuta”.

Emma Dello Iacovo, nata e cresciuta a Scampia, ancora vive nel quartiere e si dice molto soddisfatta della decisione del sindaco Luigi de Magistris di abbattere le Vele entro l’estate grazie ai fondi sbloccati oggi dal governo. “Abbatterle significa rinascere – dice -. Per chi come me ha sempre vissuto a Scampia, le Vele sono un simbolo di grande sofferenza che ha segnato il nostro territorio e le nostre vite. L’attenzione dei mass media non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Per me andrebbero abbattute tutte e invece si è deciso di lasciarne una in piedi. Anche se sarà riqualificata, per noi resterà sempre una spina nel fianco”.


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