NEWS:

A Tivoli il V congresso dell’Ugl Chimici. Ulgiati: “Servono nuovi modelli economici e relazioni industriali”

Lo ha detto Luigi Ulgiati, segretario dell'Ugl Chimici, in apertura del V congresso della sigla sindacale a Tivoli (Roma)

Pubblicato:05-10-2023 17:15
Ultimo aggiornamento:05-10-2023 18:58
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Sarà un confronto democratico, di tesi progettuali“. Lo ha detto Luigi Ulgiati, segretario dell’Ugl Chimici, in apertura del V congresso della sigla sindacale a Tivoli (Roma). “Come ogni nostro appuntamento- ha aggiunto Ulgiati- anche in questa due giorni parleremo di lavoro, di nuovi lavori nella società che cambia e nuovi saperi, di formazione, di digitalizzazione, di diritti, che accompagneranno la vita di ogni lavoratore, di lotta alle discriminazioni, di politiche di genere, di ambiente e di sicurezza sui luoghi di lavoro, di nuove idee, di partecipazione, e soprattutto, del futuro che dovremo costruire insieme, così come insieme abbiamo trascorso la pandemia da Covid-19″.

“RIDISEGNARE IL SISTEMA DELLE PESNIONI”

“Il sistema pensionistico, già oggi in forte crisi, dovrà essere ridisegnato anche in funzione dei processi tecnologici e di digitalizzazione che investiranno il Paese”, ha detto Luigi Ulgiati, segretario dell’Ugl Chimici nel corso del suo intervento nella giornata d’apertura del V congresso della sigla sindacale a Tivoli (Roma).

“I giovani saranno i più penalizzati- ha spiegato- e dovranno essere previste misure ad hoc per poter rendere il sistema sociale sostenibile e nello stesso tempo in grado di fornire le risposte necessarie”.
In generale, secondo il sindacalista “bisognerà prevedere, senza eccessive penalizzazioni, una flessibilità in uscita per superare restrizioni introdotte con la cosiddetta riforma Monti-Fornero” e “proteggere i lavoratori esodati da processi di ristrutturazione, quelli che hanno svolto lavori gravosi, vanno riconosciute le attività svolte in particolare dalle donne, in qualità di madri e di caregiver”.


Quindi “occorre programmare, per creare già da oggi- ha continuato Ulgiati- le giuste risposte soprattutto ai giovani che il più delle volte iniziano un percorso di vita lavorativa fatto di ‘lavoretti’, spesso saltuari (gig economy), fatto di periodi spesso non coperti da contribuzione e con una prospettiva pensionistica molto lunga (oltre i 67 anni)”.

Di conseguenza “bisogna prevedere una pensione di garanzia per i giovani che entrano nel mondo del lavoro in età avanzata e con contratti precari- ha concluso Ulgiati- Inoltre occorre incentivare la pensione integrativa dei fondi contrattuali per tutti i lavoratori, (nel 2022 ferma al 36,2% di adesioni) specie per quelli che hanno iniziato il percorso lavorativo dopo il 1996 che avranno una pensione molto bassa a causa del calcolo sui contributi effettivamente versati (50% circa dell’ultimo stipendio)”.

“SERVONO NUOVI MODELLI ECONOMICI E RELAZIONI INDUSTRIALI”

“Siamo consapevoli che sono necessari nuovi modelli di relazioni industriali per governare i cambiamenti, in modo da superare il gap dovuto alla differenza di velocità tra l’innovazione tecnologica e le azioni da realizzare in materia di formazione, lavoro, welfare, salute e sicurezza”, ha detto Ulgiati. “Infine, sta mutando anche il concetto di luogo fisico di lavoro, e così come esiste una evoluzione sulla qualità del lavoro, anche il concetto di quantità di ore lavorate è in trasformazione con eventuali riduzioni dell’orario di lavoro, pertanto- ha aggiunto- è sempre più diffusa la necessità di un reale coinvolgimento dei lavoratori nel processo produttivo e negli obiettivi dell’impresa, è ineludibile che tale idea debba concretizzarsi attraverso un sistema partecipativo”. Quindi “per uscire dalla crisi- ha concluso Ulgiati- occorre ripensare i modelli economici, mettere in discussione il capitalismo degenerato dalla finanziarizzazione dell’economia, riorganizzare un modello basato sulla effettiva produzione e che ponga l’uomo al centro del lavoro”.

“COSTRUIRE MODELLO PARTECIPATIVO ITALIANO”

Per costruire un modello partecipativo italiano occorre prima di tutto un salto culturale da parte di tutti, imprese, lavoratori ed organi di rappresentanza“, ha detto il segretario dell’Ugl Chimici.
“Occorre affrontare il tema senza retaggi culturali del passato o schemi ideologici che vedono ancora contrapposto capitale e lavoro- ha spiegato Ulgiati- Occorre creare le condizioni affinché ci sia un impegno da parte dell’impresa sulla sostenibilità, sul piano sociale ed ambientale”. L’impresa “ha obiettivi sociali quando i suoi azionisti giudicano oltre ai risultati economici, anche le azioni etiche sulle condizioni di lavoro, sulla parità di genere, con politiche antidiscriminazione e meritocratiche– ha continuato Ulgiati- Un’impresa dotata di Comitati Etici che diano indirizzi e verifichino anche il raggiungimento degli obiettivi, una nuova impresa, che rispetti l’ambiente, che operi secondo i principi dell’economia circolare”. Insomma “un salto culturale prima ancora che normativo, che consentirebbe di coinvolgere i lavoratori al destino dell’impresa, rendendoli consapevoli delle scelte”. In questo quadro “potrebbe non essere più sufficiente parlare solo di responsabilità sociale d’impresa, è necessario un nuovo capitalismo che si riempia di valori per la tutela sociale ed ambientale con strumenti per misurare la sostenibilità e l’impatto sociale per ogni investimento- ha concluso Ulgiati- Questo aiuterà le imprese più lungimiranti a determinare meglio la futura performance finanziaria delle singole imprese e della società più in generale”.

DURIGON: “SALARIO MINIMO PER LEGGE CONTRO SALARIO MEDIANO”

“Mettere un salario minimo per legge è contrario al salario mediano e al valore che la contrattazione collettiva può dare e fare aumentare”. Lo ha detto all’agenzia Dire il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, in occasione del V congresso dell’Ugl Chimici. “Quello del salario povero è un problema atavico in Italia, lo dobbiamo risolvere rafforzando la contrattazione collettiva ma non impostando un salario d’ingresso, perché così si arriverebbe a depotenziare i salario mediani e non possiamo permetterci un loro arretramento- ha aggiunto Durigon- Affronteremo questo tema nella finanziaria ma il supporto che daremo alla contrattazione, cioè la defiscalizzazione e più potere al livello contrattuale, lo faremo anche negli anni successivi”.

DURIGON: “STIAMO VALUTANDO SE RINNOVARE ‘OPZIONE DONNA'”

“Il tema delle donne che possono uscire dal mercato del lavoro è un tema serio e importante. Abbiamo addirittura vicende di donne con 62 anni di età e 28 anni in media di contributi. Dare una risposta è una delle questioni fondamentali che cercheremo di ampliare ancora di più. Stiamo valutando se rinnovare ‘opzione donna’ o trovare altre formule per ristorare il mondo femminile. Vedremo da qui a breve”, ha poi spiegato Durigon.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it