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Italia male in prevenzione visiva: spende nel complesso lo 0,5% contro il 2,9% della media Ue

Oggi è la Giornata mondiale dell'ortottica. Il 92% dei pazienti sopravvissuti a ictus ha un deficit della motilità oculare o del campo visivo

Pubblicato:05-06-2023 15:43
Ultimo aggiornamento:05-06-2023 15:43

malattie della retina
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ROMA – Ogni primo lunedì di giugno si celebra la giornata mondiale dell’Ortottica. Lo slogan scelto quest’anno dall’International Orthoptics Association è ‘L’Ortottica da tutte le angolazioni’ perchè, precisa la IOA, “siamo nel mondo una professione cresciuta di numero coprendo tutti gli angoli, angoli che ogni giorno usiamo nel nostro lavoro e da tutti gli angoli guardiamo i nostri pazienti per fornire il miglior trattamento possibile”.

CHI È L’ORTOTTISTA?

L’ortottista è quel professionista sanitario specializzato nella prevenzione, valutazione e riabilitazione degli handicap visivi, in particolare quelli che riguardano la funzione binoculare e la motilità oculare.
L’ortottista tratta i problemi visivi che possono causare disturbi come lo strabismo (occhio storto), l’ambliopia (occhio pigro) e la visione binoculare inefficiente. Disturbi che possono comparire non solo per patologie oculari ma anche a seguito di malattie neurologiche come lo stroke (ictus), malattie infettive, diabete, traumi cranici, tumori, patologie neuro-degenerative, complicanze di interventi chirurgici e/o nell’utilizzo di farmaci. Disturbi presenti anche nelle malattie rare.

L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE VISIVA

La prevenzione visiva rappresenta la pietra angolare per molti disturbi della visione, sia per la salute del cittadino, come nei danni conseguenti a patologie invalidanti non riconosciute per tempo, ma anche come elemento di efficientamento delle risorse. “Se si puntasse a una diagnosi precoce– spiega la presidente della Commissione di albo nazionale degli ortottisti, Lucia Intruglio– si potrebbero ridurre i tempi per attivare i processi di cura e riabilitazione. Infatti, con la prevenzione si intercetterebbero molti disturbi a carico della visione, permettendo a molte persone, in particolare nell’età evolutiva, di arrivare prima a diagnosi e a recuperare la funzione della visione per quanto possibile, il prima possibile. Purtroppo a oggi nel nostro Paese assistiamo a una disomogenea applicabilità dei programmi di screening ortottici”.
Anche se gli screening dell’ambliopia (occhio pigro) in età prescolare e scolare competono agli ortottisti, informa la Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, questi vengono tuttavia effettuati in modo uniforme solo nelle provincie di Bolzano, Ragusa e Trento, nel resto del territorio italiano su iniziativa di singole aziende territoriali. Prevenzione a due velocità, dunque, che conferma, inevitabilmente, quanto sia difficile avere le stesse cure in tutte le regioni.


LA VISIONE ‘MIOPE’ DELL’ITALIA

Un recente studio del ‘The European House-Ambrosetti’ stima che investire 1 euro in prevenzione può fruttarne almeno 3 nell’arco di un decennio. L’Italia spende appena lo 0,5% della spesa sanitaria complessiva, contro una media Ue del 2,9%. “La nostra professione- aggiunge Intruglio- si occupa di fare prevenzione a tutte le età, in quella neonatale (e non solo con il riflesso rosso), prescolare per ambliopia, strabismi, difetti rifrattivi, a tutte le età nei controlli dell’efficienza della visione binoculare, per l’uso di qualsiasi dispositivo, dallo smartphone alle realtà immersive”.
“L’utilizzo di tecnologie, incrementato con la pandemia- sottolinea- necessita di una buona ed efficiente visione binoculare e per questo che studiamo con attenzione lo stato dell’accomodazione, delle vergenze, delle forie e della rifrazione“.
Screening ortottici sono utili anche in età adulta e in quella senile, al fine di aiutare l’assistito nella prevenzione dei disturbi nella retinopatia diabetica e nella maculopatia, informazione circa le insidie del glaucoma (ladro silenzioso della vista), prevenzione del rischio di cadute (per esempio, nei soggetti con morbo di Parkinson osservati a un anno dalla diagnosi, le cadute sono dovute a più dell’80% dei casi a ipovisione non diagnosticata, ma anche il 92% dei pazienti sopravvissuti a ictus presenta un deficit della motilità oculare o del campo visivo).

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