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VIDEO | A Bologna il ragazzo attaccato da uno squalo. Messaggio a Lucarelli: “Selvaggia, basta odio”

Matteo Mariotti ha perso una gamba. Nella conferenza stampa al Rizzoli, il giovane ci tiene a parlare della raccolta fondi lanciata in suo favore

Pubblicato:05-01-2024 13:50
Ultimo aggiornamento:05-01-2024 16:14

matteo mariotti
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BOLOGNA – È arrivato all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna il giovane parmigiano attaccato da uno squalo in Australia, Matteo Mariotti, e rimasto senza una gamba. Nel migliore quinto ospedale ortopedico al mondo, sotto la guida del professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica e traumatologica dello Ior, il ventenne resterà ricoverato per una settimana e si valuterà un nuovo intervento chirurgico, per impiantare una protesi. Nel corso della conferenza stampa in ospedale, in compagnia della direzione generale del Rizzoli e dei vertici della Regione, Matteo tiene molto a chiarire un aspetto ‘laterale’ della vicenda discusso nelle ultime settimane, quello della raccolta fondi scattata a suo favore.

Interpellato a margine della conferenza in ospedale dai giornalisti, il diretto interessato vuole sfogarsi nei confronti delle persone da cui si è sentito offeso nelle ultime settimane: “Tante menzogne- dice il giovane- vengono dette in questa storia, solo a scopo di lucro. A Selvaggia Lucarelli dico ‘Selvaggia, hai fatto un grande errore con me’. Il male che mi hai fatto non puoi neanche immaginartelo. Paragonata ad uno squalo, tu sei veramente molto più forte e molto più pericolosa. Hai portato un male nella mia vita, proprio nel momento in cui non ne avevo bisogno“. Insiste il giovane emozionato e intenzionato a chiarire oltre che, come fa capire a più riprese, a difendersi nel modo migliore: “Voglio dire onestamente quello che penso. È stato pessimo quello che è successo, io non ho fatto nulla per dover ricevere tutto ciò. Non lo accetto. È una cosa che tocca tanto e voglio che tutti lo sappiano. Mi sono state scaraventate addosso tante persone, quello che hai fatto- insiste il giovane rivolto alla giornalista- non è giusto. Per questo voglio essere così sincero oggi“. Dopo aver superato soglia 61.000 euro la raccolta fondi in questione (“Tutti per Matte”, su GoFundMe) è stata interrotta dai suoi organizzatori, ossia diversi amici di Matteo. Tra le polemiche, in particolare, ci si è concentrati sul fatto che la colletta avesse superato il tetto previsto (50.000 euro) e sulla trasparenza delle voci di spesa a favore del beneficiario. Ma sono tutti aspetti che il diretto interessato, appunto, oggi sdegnato rispedisce al mittente. Continua Matteo anche sull’eco che hanno avuto le polemiche nei social, con tanti slanci di odio nei suoi confronti: “Mi sono arrivati messaggi terribili, tipo ‘dovevi morirci in quella bocca di squalo’. Tutto questo perché mi è stato scagliato addosso qualcosa di cui non ho colpa. Io non ho aperto la raccolta, ad esempio, e nemmeno ho mai fatto del male agli animali. Sono stati postati video in cui ho un piccolo squalo in mano, che poi ho liberato. Si chiama pesca. Mi sono stati scagliati addosso animalisti, a me che amo gli animali. Non lo accetto, non voglio accada”.

MATTEO DOPO LO SQUALO: “AL RIZZOLI STO MEGLIO, VOGLIO CAMMINARE”

mariotti squalo rizzoli

“Sto bene, sono arrivato da un paio di giorni qui all’ospedale Rizzoli. Mi stanno curando e mi sento già meglio. Mi sono anche svegliato da un sogno bellissimo, nel quale avevo la mia gamba. Amerei tornare in Australia ma non è sicuro che succeda, viste le complicazioni coi visti, anche se resto in contatto con il Consolato italiano. Voglio tornare a camminare e a fare sport”, racconta Mariotti. Sotto la guida del professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica e traumatologica dello Ior, il ventenne resterà ricoverato almeno per una settimana e si valuterà un nuovo intervento chirurgico, per impiantare una protesi definitiva. Ci sono già stati interventi chirurgici in Australia sulla gamba di Matteo, per chiudere il moncone e fermare l’emorragia, e il percorso resta lungo: “Manca molto tessuto sulla parte finale, visto che la lesione era molto alta, e dobbiamo salvargli il ginocchio. Qui al Rizzoli abbiamo un programma di protesizzazione immediata, che significa che già nei giorni dopo la perdita dell’arto, o al massimo in qualche settimana, si inizia subito con una protesi costruita qui su misura che riduce impatto psicologico e permette precoce riabilitazione”, spiega Faldini. Che continua oggi in ospedale: “Per Matteo, tuttavia, servono altri interventi. I medici australiani ci hanno inviato la sua cartella clinica, stiamo studiando un primo intervento di modellamento e poi inizieremo con la protesi”. Matteo sente ancora male all’arto ‘fantasma’, ma pare sia solo una questione di tempo: “È una conseguenza tipica- continua il primario- di un arto avulso traumaticamente. Il paziente continua ad avere le sensazioni del piede e il dolore, che si controlla con la terapia antalgica”. Ci sarà un primo intervento, qualche settimana per farlo guarire e poi procederemo con la protesi”. In ogni caso il giovane, che è appena arrivato ed è ancora stanco per via del jet lag, sta trovando coraggio in ospedale grazie anche a Elisabetta, un’altra paziente con il suo stesso percorso, anche se di qualche settimana più avanti. Accolto al Rizzoli oggi dall’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini e dalla collega di giunta Barbara Lori, conterranea di Mariotti e amica di famiglia, Matteo ha poi aggiunto ripercorrendo la drammatica vicenda di un mese fa: “Ero in Australia per capire quale fosse la mia strada, ero lì per lavoro e turismo allo stesso tempo. Ho girato tutta la East Coast e quel giorno ero in vacanza: stavo andando verso Gold Coast, alla spiaggia 1770, consigliata fra l’altro a famiglie e bambini per acqua bassa e sicurezza generale. Non doveva succedere, insomma”.


Continua Matteo: “Stavo cominciando a fare il bagno, avevo l’acqua al petto, e ho sentito una forte fitta al piede. Ho capito subito di cosa si trattasse. Mi sono poi ritrovato molto lontano da riva, almeno a 50-60 metri. Con la maschera non vedevo più fondale”. Sono stati i momenti in cui il giovane è riuscito a girare un piccolo video, poi circolato molto sul web, proprio perché pensava di morire e voleva lasciare un’ultima testimonianza a familiari e amici: “Mi sono ritrovato sott’acqua con uno squalo Tiger shark, si pensa, che mi ha staccato la gamba. Dal primo secondo ho dovuto nuotare verso riva, ero convinto di non farcela, mai avrei pensato di farcela. Tutto è stato nelle mani di Tommaso, un amico che ringrazio e saluto, infermiere e maestro di sub che mi ha dato il primo soccorso. Mi ha portato in spalla lungo una salita di 800 metri, fra sassi e pietre, e poi sono arrivati i paramedici”. Sulle diverse fake news che anche in questo caso sono circolate, aggiunge Matteo: “Non ho mai aperto le fauci dello squalo, nessuno potrà mai farlo. Sono riuscito a sfilargli la mia gamba di bocca, visto che gli era rimasta incastrata la pinna del mio piede sinistro. Insieme ad alcuni calci sul muso che gli ho tirato, dev’essere stato questo ad averlo infastidito al punto da decidere di non seguirmi in acqua. Mi sono salvato così”.

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