
FIRENZE – “Il 4 novembre significa tante cose, anzitutto, il ricordo di quel dramma, di quelle ore che hanno strappato 35 vite umane, fra cui 4 bambini, che hanno devastato città intere e hanno ferito il nostro patrimonio culturale. Ma questo 4 novembre ci serve anche per ricordare che Firenze ha saputo rialzarsi, lentamente, ha ricostruito il suo patrimonio culturale grazie ai suoi restauratori, ai suoi storici dell’arte, agli architetti. Soprattutto, ha saputo rialzarsi nei giorni immediatamente successivi grazie agli angeli del fango”. Lo dice il sindaco di Firenze, Dario Nardella parlando coi giornalisti a margine della commemorazione a Palazzo Vecchio dei 50 anni dell’alluvione.
“Molti degli angeli sono qui, oggi- evidenzia il sindaco-, con qualche capello bianco, ma con la stessa gioia, la stessa commozione negli occhi di 50 anni fa. Da allora l’Italia e Firenze non sono più le stesse, è nato un sistema di emergenza con la protezione civile, moderno ben organizzato e da allora c’è anche un sistema di recupero e restauro del patrimonio culturale grazie all’Opificio delle pietre dure”.
BETORI: QUI 50 ANNI FA COME ANGELO DEL FANGO
“La giornata di oggi mi riporta a quasi 50 anni fa quando venni per la prima volta a Firenze, perché vidi questa città non nello splendore di quello che è, come ora, ma nella grande sofferenza dell’alluvione”. Lo afferma l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori parlando coi giornalisti a margine della commemorazione, in corso a palazzo Vecchio dei 50 anni dell’alluvione. “Peraltro- aggiunge-, io ero ai margini della città perché non venni in centro, ma nelle case dei quartieri popolari per dare una mano alla gente del popolo. Quindi, ho questo ricordo di tanto sgomento, ma anche di tanta accoglienza e tanta dignità dei fiorentini di fronte ad un evento che li stava travolgendo”.
di Carlandrea Poli, giornalista
ALLUVIONE, ANTOGNONI: AVEVO 12 ANNI, VIDI DRAMMA IN TV
“Un ricordo dell’alluvione di Firenze? Mi ricordo alla televisione questo evento drammatico: ci si ricorda di più di quello che è successo da bambini che non di quello che succede tre mesi fa. Avevo dodici anni, ed ero appena arrivato a Perugia. A Firenze poi sono arrivato nel ’72”. Lo rammenta Giancarlo Antognoni, bandiera e idolo della Fiorentina, nel corso delle celebrazioni a Palazzo Vecchio per il cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 4 novembre 1966. Si è trattato di “un evento drammatico, come tutti gli eventi atmosferici contro cui non si può fare nulla. Oggi però a Firenze vedo miglioramenti sotto tutti gli aspetti, per cui non penso ci sarà più pericolo per queste cose”.
di Diego Giorgi, giornalista
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