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Grasso: “La mafia avvelenò il mio cane prima del maxiprocesso, non mi intimidì”

"Si chiamava Dago, un pastore tedesco, fu un grande dolore"

Pubblicato:04-10-2016 10:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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ROMA – “Dei vigliacchi mandati dalla mafia uccisero molto tempo fa il mio cane, Dago, un pastore tedesco. Era poco prima del maxiprocesso, credevano di intimidirmi ma non fecero altro che rafforzare il mio impegno e determinazione contro la mafia” . Lo racconta Pietro Grasso, presidente del Senato, oggi alla cerimonia d’inaugurazione del Festival degli animali al Macro Testaccio di Roma. Un ricordo che commuove l’ex magistrato ed e’ accolto con un lungo applauso dalla platea piena di giovani. “Si rotolava con mio figlio unico- ricorda Grasso- con il quale aveva un rapporto straordinario.

Mio figlio nella sua innocenza faceva di tutto, gli tirava la coda, gli saltava sopra, lo cavalcava, gli metteva le dita in bocca. E Dago ricambiava senza mai fargli male. Era un grande compagno anche per me- prosegue- mi accoglieva festosamente e segnalava il mio arrivo anche quando ero a molti metri di distanza, poggiava il muso sui miei piedi quando mi mettevo a scrivere le sentenze. Il dolore per la sua perdita e’ stato grande, tanto che abbiamo voluto seppellirlo vicino casa nostra. Purtroppo, anche per via della scorta, non ha mai piu’ potuto ripetere un’esperienza simile e il ricordo e’ rimasto cosi’ intatto. Chi, come me, ha avuto un rapporto cosi’ particolare con gli animali, sa a cosa mi riferisco” , termina il presidente del Senato.


di Federico Sorrentino, giornalista professionista

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