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Aperto a Treviso il cantiere didattico Iscr sul ‘Ciclo dei Domenicani illustri’ FOTO

Quindici giovani allievi dell'Istituto al lavoro sulle opere di Tomaso da Modena

Pubblicato:04-09-2017 16:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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ROMA  – Il cantiere è ufficialmente aperto. La sala del Capitolo di San Nicolò per 5 settimane sarà affollata di giovani in maglietta e pantaloni bianchi: i 15 restauratori, allievi della Scuola di Alta formazione e Studio dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, che lavoreranno insieme ai loro insegnanti al “Ciclo dei Domenicani illustri” dipinto nel 1352 da Tomaso da Modena.

Il “taglio del nastro” del cantiere didattico questa mattina, durante una conferenza stampa in Seminario, alla quale hanno partecipato i rappresentanti istituzionali (per il Comune di Treviso il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore Luciano Franchin; per la Regione Veneto l’assessore Federico Caner), la Soprintendenza, le realtà culturali della città, dai responsabili dei Musei comunali Bailo e Santa Caterina e del museo Nazionale Collezione Salce, alla Fondazione Benetton e la Fondazione Cassamarca, agli “Amici dei musei”, dall’Ateneo di Treviso al Fai. Presenti anche altre persone, appassionate di arte e cultura.

Ad aprire gli interventi il rettore del Seminario vescovile, don Pierluigi Guidolin, che ha sottolineato l’impegno culturale di una realtà dedita alla formazione dei futuri sacerdoti.


“Il Seminario si occupa della Sala del capitolo dal 1842, data nella quale questa istituzione diocesana entrò nell’ex convento dei domenicani di san Nicolò divenuto in quell’anno la nuova sede del Seminario. Da allora ha avuto cura di questo capitale artistico, mantenendolo e rendendolo fruibile al pubblico”. Una cura che si è rivelata preziosa durante le due guerre mondiali, e in particolare dopo la bomba del dicembre 1944, che provocò gravi danni. Il lavoro di raccolta dei frammenti relativi a tre santi dell’ordine (San Domenico, San Pietro Martire, San Tomaso d’Aquino) posizionati a sinistra sulla parete est, fu fatto da Mario Botter, mentre fu il figlio Memi a ricollocarli nel 1999 (tra il pubblico anche la figlia di Mario, Natalina). Oltre 13mila le visite registrate alla Sala nel 2016 e già ad agosto di quest’anno si è arrivati a 10mila presenze, molte delle quali dall’estero.

“Il cantiere di restauro, che oggi si apre, subentra ad un precedente cantiere che ha visto il Seminario impegnarsi già per oltre 93.000 euro” ha aggiunto il Rettore.

I prossimi e conclusivi lavori, invece, sono a carico del Ministero dei Beni e delle attività culturali, che finanzia l’impegno dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.

I giovani e i loro docenti saranno ospiti del Seminario per tutta la durata del cantiere, che sarà diretto dal dott. Giuliano Romalli. Don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della Diocesi di Treviso, è intervenuto per spiegare il valore artistico e culturale della Sala del Capitolo, ricordando che l’apertura del cantiere è il frutto maturo dell’azione sinergica dell’istituto, della Soprintendenza e della Diocesi. Don Barbisan ha fatto gli auguri ai giovani restauratori: “E’ bello pensare che dei giovani scelgano oggi di occuparsi della conservazione dei beni culturali, cioè di tutto ciò che ha valore di civiltà, in definitiva della nostra civiltà occidentale con i suoi valori e la sua spiritualità. Vi auguro che Tomaso vi porti fortuna e che della nostra Treviso possiate portare nel cuore un buon ricordo”.

A ricordare l’impegno degli ultimi sei anni da parte della Soprintendenza, il dott. Luca Majoli, responsabile di Area per il Patrimonio artistico, mentre la direttrice dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, l’arch. Gisella Capponi, ha presentato l’attività dell’Istituto e l’offerta formativa delle due sedi di Roma e di Matera.

“Il patrimonio culturale può essere salvaguardato con l’impegno di tutti e in particolare con le Istituzioni che devono saper fare squadra – ha ricordato la direttrice – e spendendo le migliori professionalità, come quelle che escono dalla nostra Scuola di Alta formazione”.

Un’idea, quella della sinergia tra enti e istituzioni, ribadita anche dagli interventi del vicario generale della Diocesi, mons. Adriano Cevolotto, che ha portato i saluti del Vescovo, oltre che del sindaco di Treviso Giovanni Manildo e dell’assessore della Regione del Veneto Federico Caner.

“Treviso è una città ricca di iniziative – ha sottolineato Manildo -, con molte collaborazioni tra le diverse realtà, è una città aperta, per la quale le mura rappresentano delle soglie per creare collegamenti e legami. Prendersi cura, non solo delle persone, ma anche del nostro patrimonio di arte e cultura, è la chiave di una comunità che cresce. Sono felice per la partenza di questo cantiere e di poter lavorare insieme in futuro”.

Caner ha portato i saluti della Regione e del presidente Luca Zaia, invitando a fare sempre più rete, anche per attrarre il turismo culturale, e annunciando l’imminente avvio di un sito internet regionale che raccoglierà tutti gli eventi. Una sinergia che – ha ricordato – potrà intercettare finanziamenti importanti, sia dalla Regione che dall’Unione Europea. A conclusione dell’evento il rettore, don Guidolin, ha ribadito l’impegno e la disponibilità del Seminario e della Diocesi per la cultura, e in particolare per sostenere la candidatura di Treviso a capitale italiana della cultura per il 2020, ed ha annunciato la necessità di nuovi e complessivi interventi sull’ala del chiostro che ospita la sala del Capitolo. Un impegno oneroso per il quale sarà fondamentale coinvolgere un mecenatismo diffuso e generoso, visto l’impegno della Diocesi (“il primo mecenate di Treviso”) per il restauro della chiesa di San Nicolò e i lavori appena conclusi al Battistero del Duomo.

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