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ROMA – Sono passati 30 anni da quel 30 maggio del 1988 quando attraverso un decreto legislativo il Governo trasformava quello che era il Piano spaziale nazionale del Consiglio nazionale delle Ricerche in Agenzia spaziale italiana, Asi, che aveva il compito di accentrare tutte le attività italiane che riguardavano l’accesso allo spazio. Da quell’anno zero ad oggi tanti i successi raggiunti anche attraverso prestigiose collaborazioni con le principali agenzie spaziali di tutto il mondo.
Lo spazio ha mutato la sua natura, da settore di competizione politica a comparto economico e tecnologico capace di spingere la crescita e il progresso in diversi settori di ciascun Paese. L’Asi ha saputo rafforzare il ruolo d’eccellenza dell’Italia in questo settore e grazie alla sensibilità delle istituzioni ha visto aumentare il proprio budget di circa 900 milioni di euro. Insieme all’agenzia sono cresciute anche le aziende del comparto aerospaziale che sui programmi della Commissione europea vantano un ritorno sugli investimenti superiori del 4%.
“Trenta anni di storia costellata di grandi risultati per guardare al futuro– ha dichiarato il presidente Asi, Roberto Battiston-. Un futuro che riguarda i piccoli satelliti, le nuove missioni verso Marte, ma anche gli strumenti innovativi come il capitale di rischio per lo spazio o la grande mostra mercato che faremo l’anno prossimo per la space economy qui a Roma. Un sacco di idee, un sacco di entusiasmo, una filiera che va dalla ricerca fino alla industria che ci è riconosciuta a livello internazionale”.
Trent’anni di Asi, ma sessanta di spazio made in Italy. Infatti la storia dello spazio italiano inizia nei primi anni ’60 quando grazie alla caparbietà e alla diplomazia di Luigi Broglio il nostro Paese è riuscito a mettere in orbita San Marco, il suo primo satellite. L’Italia è stata anche la prima nazione ad avere una propria base di lancio, seppure lontana migliaia di chilometri dai nostri confini. La storia dell’aerospazio nel Bel Paese è lunga e costellata di tappe miliari, basti pensare al lancio di Sirio, il primo satellite per le telecomunicazioni sperimentali, che fece del nostro Paese un apripista in questo settore. O allo sviluppo della tecnologia Sar che ha aperto le porte al primo satellite della costellazione di Cosmo SkyMed che viene lanciato trent’anni dopo Sirio, grazie alla collaborazione con il ministero della Difesa. Un sistema unico di osservazione satellitare della Terra 24 h su 24 in tutte le condizioni atmosferiche. Senza dimenticarci di Cassini-Huygens o a Tethered, il satellite al guinzaglio, i sette astronauti italiani, gli accordi con la Nasa fino alla missione Esa ExoMars 2016.
In queste celebrazioni si ricorda anche il ruolo di primo piano che ha avuto l’Italia nel processo fondativo dell’agenzia spaziale europea, l’Esa. Il nostro Paese era tra i fondatori di due enti spaziali nei primi anni Sessanta: Esro e Eldo che poi fondendosi nel 1975 hanno dato vita all’Esa di cui attualmente Asi è la terza agenzia contributrice. La nuova frontiera del domani è lo spazio profondo, non è un caso che recentemente è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna, SDSA, installata sul Sardinia Radio Telescope dell’Inaf, che avrà un ruolo di supporto da Terra per le missioni di lunga durata. L’appuntamento è fissato per il prossimo autunno quando dalla Guyana francese partirà Bepi Colombo con destinazione Mercurio.
“Era il 1989 quando fui selezionato per il primo volo di un italiano nello spazio“. Lo ha dichiarato alla Dire, Franco Malerba, il primo italiano nello spazio, a margine della cerimonia per i 30 anni di Asi. “Credo di essere stato uno dei primi- ha continuato- se non il primo dipendente dell’Asi che nasceva dall’esperienza del Piano nazionale spaziale quindi già c’erano dei progetti in corso e uno di questi era quello del satellite a filo. Una missione immaginata da Bepi Colombo un grande italiano della storia spaziale e messo in opera dall’industria italiana. Proprio con il satellite Tethered sono partito, nel luglio del 1992, a bordo dello Shuttle Atlantis e con me, nello spazio, ho portato anche l’Italia della tecnologia e della scienza”.
“Gli investimenti nell’aerospazio hanno delle grandi ricadute sulla terra. Basti pensare a tutto il tema dell’agricoltura di precisione che ha una componente vitale da parte della ricerca spaziale e dei dati che produce”. Lo ha dichiarato Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, a margine della cerimonia per i 30 anni di Asi. “Pensiamo alla qualità nel presidio del territorio- ha continuato- noi in Italia, ad esempio, abbiamo un numero rilevante di frane che possono essere controllate, i cui effetti possono essere anticipati da queste osservazioni, pensiamo anche ai mezzi a guida autonoma, che siano auto o aerei. Nel futuro continueremo a vedere delle ricadute importanti sulla vita dei cittadini”.
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