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A Genova fischi per Salvini dai lavoratori portuali precari. Poi la pace

Il vicepremier era nella sede dell'Autorità portuale per la cerimonia di posa della prima pietra della nuova diga foranea

Pubblicato:04-05-2023 13:23
Ultimo aggiornamento:04-05-2023 16:41

salvini
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GENOVA – Fischi per il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al suo arrivo stamattina a Genova, nella sede dell’Autorità portuale, a Palazzo San Giorgio, per la cerimonia di posa della prima pietra della nuova diga foranea. “Salvini, vieni dai lavoratori precari del porto”, urlano i lavoratori in presidio davanti al palazzo con uno striscione “Il vostro porto cresce ma 75 famiglie muoiono di fame”. In precedenza, i lavoratori avevano discusso a lungo con il sindaco Marco Bucci in merito alla loro vertenza per un’eventuale ricollocazione nelle partecipate del Comune di Genova.

PACE TRA SALVINI E PRECARI PORTO, APPLAUSI A FINE CERIMONIA

Alla fine della cerimonia della posa della prima pietra della nuova Diga i fischi dell’ingresso si trasformano in applausi e strette di mano all’uscita: “Non era una contestazione politica, era solo per attirare l’attenzione sulla nostra situazione“, tengono a precisare i lavoratori.

Datemi una settimana di tempo per capire come chiudere la vertenza“, replica il ministro delle Infrastrutture. Già nel suo intervento dal palco, Salvini aveva sottolineato che “finita la cerimonia qua, ovviamente siccome il lavoro è una priorità non solo il primo maggio, ma anche il 4 maggio, incontrerò volentieri i precari del porto di Genova perché i lavori della Diga devono essere occasione di sviluppo, lavoro e ricchezza per tutti, per le imprese e per gli operai”. Poi un breve incontro con i rappresentanti sindacali, infine la pace in piazza.


SALVINI CONTESTATO DAL CONSIGLIERE SANSA: “LUI FIRMA, CITTADINI PAGANO”

Contestazione per il vicepremier Matteo Salvini anche da parte del consigliere regionale ed ex candidato governatore giallorosso in Liguria, Ferruccio Sansa, stamattina nel corso della cerimonia per la posa della prima pietra della nuova Diga di Genova. Sansa si è alzato dal suo posto nella sala delle autorità nel momento in cui Salvini stava prendendo parola e ha srotolato lo striscione “Firma Salvini, guadagna Salvini, pagano i cittadini (3 miliardi)“, prima di essere accompagnato alla porta dalla Digos.

“Appena ho mostrato questo manifesto davanti a Salvini che parlava, le forze dell’ordine mi hanno allontanato- spiega il consigliere di opposizione- non c’è scritto nulla di offensivo, io sono un consigliere regionale, ho diritto di protestare di fronte a un’opera che secondo noi arriverà a costare tre miliardi: perderemo i finanziamenti del Pnrr e la pagheremo tutta noi. Un’opera che rischia di essere pericolosissima perché si posa su un fondale fangoso a 50 metri di profondità: rischia di essere una voragine melmosa dal punto di vista dei tempi e dei costi e di essere pericolosa”. Sansa evidenzia di aver “espresso la mia opinione, ho protestato: ovviamente ho protestato qua perché è più efficace, avrebbero voluto che lo avessi fatto da solo in cima a un molo, ma non lo farò. Questa è l’idea che ha il governo Meloni di come trattare la protesta”.

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