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Le Dehoniane non si arrendono e vanno al Salone del libro di Torino

I lavoratori delle Edizioni Dehoniane sono rimasti in 19 e aspettano ancora di trovare un compratore-salvatore. Intanto, la scelta di andare a Torino per dimostrare che "l'azienda è viva e può fare progetti per il futuro"

Pubblicato:02-05-2022 10:17
Ultimo aggiornamento:04-05-2022 10:19

dehoniane bologna
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BOLOGNA – Nel pieno della loro crisi, ancora in ricerca di un compratore-salvatore, le Edizioni Dehoniane di Bologna vanno al Salone del libro di Torino dal 19 al 23 maggio “per raccontarvi i nuovi progetti”, annuncia la storica casa editrice piombata nel fallimento. Ma che non rinuncia a trovare i modi per dimostrare di avere ancora un futuro. A Torino le Edizioni Dehoniane danno infatti il via alle celebrazioni del loro sessantesimo anniversario: “Una storia piena di futuro“, dicono dal Centro editoriale annunciando anche un “sito dedicato a questo anniversario dove trovare tutti gli appuntamenti del Ced al Salone e vedere in anteprima la nuova collana ‘Gold’ dedicata al sessantesimo”. Intanto prosegue la campagna di vendita di titoli a prezzo scontato “fino a esaurimento scorte”.

ALTRI 6 MESI DI AMMORTIZZATORI PER I 19 LAVORATORI RIMASTI

Inoltre, si è riusciti ad allungare gli ammortizzatori sociali che scadevano una settimana fa: altri sei mesi per i dipendenti rimasti. A sette mesi di distanza da quando sono stati portati i libri in tribunale:, i 25 lavoratori si sono ridotti in 19. Ma continuano a ‘crederci’. A modo loro ieri hanno festeggiato l’1 maggio e ora sperano che i prossimi sei mesi possano concretizzare il salvataggio. Sono dicono, il lasso di tempo “minimo indispensabile, probabilmente, per le incombenze necessarie alla vendita dell’azienda sempre che si palesino concretamente degli interessati”.

A TORINO PER DIMOSTRARE CHI L’AZIENDA È VIVA: “I LIBRI NON SI FANNO DA SOLI”

Si erano prospettate tre soluzioni e una alla luce del sole, quella di Pasquale Romagno, imprenditore di Valsamoggia, ma da fine a marzo a oggi non è decollata la compravendita. E dire che il “Ced quest’anno compie 60 anni e, nonostante la situazione molto complessa e il futuro decisamente incerto, con un ampio sforzo e tanti sacrifici da parte di tutti, tra un paio di settimane sarà al Salone del libro di Torino”, dicono gli stessi lavoratori dal loro profilo Fb nel giorno dell’1 maggio. Andare al Salone del libro può apparire “una scelta contraddittoria? Qualche dubbio può sorgere, effettivamente, ma l’intento dichiarato è dimostrare che l’azienda è viva ed è in grado non solo di vendere i libri in magazzino, ma anche di fare progetti per il futuro, magari per altri 60 anni”, dicono i lavoratori. E continuano: “Se come lettori verrete al nostro stand a Torino, siate consapevoli che i libri non si fanno da soli e che le vostre scelte d’acquisto premiano il lavoro di tutti noi”.


“CHI COMPRA UN MARCHIO COMPRA IL LAVORO E LA CREATIVITÀ DEI LAVORATORI”

Ma il pensiero è rivolto anche ai compratori: “Se invece, come imprenditori, state riflettendo sulla possibilità di acquistarci, ricordate che si può rilevare un marchio, un catalogo o un ramo d’azienda, ma che ciò che si acquista -al quale dunque si attribuisce valore investendoci- è frutto di tante componenti, ma soprattutto del lavoro di coloro che ogni giorno dedicano la propria competenza, il proprio impegno, la propria creatività e professionalità alla creazione dei prodotti che costituiscono quel marchio e quel catalogo”. Nei mesi scorsi, infatti, era emerso come alcune ipotesi di acquisto comportassero solo la salvaguardia di metà degli occupati.

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