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VIDEO| Intervista al cast di ‘The Good Mothers’: “Noi donne dobbiamo sempre conquistarci tutto, ma siamo forti”

Dopo la presentazione a Berlino, la serie debutta domani su Disney+. Al centro del racconto le donne che si sono ribellate alla 'ndrangheta

Pubblicato:04-04-2023 17:20
Ultimo aggiornamento:05-04-2023 14:57

The good mothers
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ROMA – All’ultimo Festival del Cinema di Berlino è stata premiata con il primo ‘Berlinale Series Award’ e ora si prepara al debutto in Europa su Disney+ con tutti i sei episodi. Presentata oggi a Roma, la nuova serie originale italiana ‘The Good Mothers‘ racconta la ‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla. “La ‘ndrangheta è sempre stata vista dal punto di vista maschile con una violenza troppo esaltata, quindi per noi questa serie ha rappresentato raccontarla da un punto di vista inedito”, ha detto il regista Julian Jarrold. Basata sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry (premiato dalla Foreign Press Association), attraverso questa serie “portiamo alla luce queste protagoniste invisibili, donne che non sono state padrone del loro destino. Sono sempre stati gli altri a decidere per loro”, ha sottolineato la regista Elisa Amoruso. “Queste storie sono necessarie, vogliamo rivolgere l’attenzione su quello che è sempre stato considerato l’anello debole, senza glorificare la violenza dei personaggi maschili. Quelle della storia – ha proseguito – sono donne coraggiose che hanno rinunciato alla propria identità (per la libertà, ndr), alcune di loro sono nascoste in località segrete. Era necessario dar loro una voce”. 

INTERVISTA AI FILMMAKER 

‘The Good Mothers’ ripercorre le vicende di Denise Cosco (Gaia Girace, star de ‘L’amica geniale’), figlia di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), Maria Concetta Cacciola (Simona Destefano) e Giuseppina Pesce (Valentina Bellè), tre donne che osano contrapporsi alla ‘ndrangheta. Ad aiutarle la P.M. Anna Colace (Barbara Chichiarelli) che, appena arrivata in Calabria, ha un’intuizione: per poter abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne. È una strategia che comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso. La serie segue Denise, Giuseppina e Maria Concetta nel loro tentativo di affrancarsi dal potere criminale e collaborare con la giustizia. “Spero che questa serie incoraggi tante donne ma anche tanti uomini a ribellarsi alla violenza, a certi ambienti in cui nascono, crescono e muoiono”, ha detto Ramazzotti. Per Girace “è stata una bella sfida interpretare un personaggio che esiste nella realtà con un vissuto così importante. Si è ritrovata da sola a dare giustizia a sua madre. L’ha fatto per l’amore materno. Io non ho avuto la possibilità di incontrare Denise, quindi ho dato una mia versione e spero che sia vicina a quella della realtà”. 

INTERVISTE ALLE PROTAGONISTE 

Nel cast anche Francesco Colella, nei panni di Carlo Cosco condannato per l’assassinio di Lea Garofalo. “Io ho provato repulsione per questo personaggio”, ha detto l’attore. “Alla fine di ogni giornata di riprese avevo bisogno di rigettare via quel personaggio per non rimanerne contaminato. Questo – ha proseguito Colella – non mi condizionava ma, al contrario, mi lasciava maggiore libertà di rappresentazione di personaggi del genere. Sembra che dietro questi uomini ci siano occulte storie criminali, ma sono solo degli omuncoli che vivono nascosti, che non sanno chi sono se non quando ordinano la morte. Non coltivano sentimenti, confondono l’amore con il possesso e le loro relazioni hanno fini utilitaristici. Il mio desiderio era quello di non innescare un processo di identificazione né di seduzione nel pubblico. Sono grato alla produzione perché non indulge nella spettacolarizzazione, ma fa di questa storia un ritratto lucido, che sa da che parte stare”, ha concluso l’attore. La serie è stata girata tra Reggio Calabria, Palmi e Fiumara. “Girare in Calabria è stato importante per dare autenticità al racconto. A volte andavo in giro alla ricerca di luoghi in cui girare, in certi momenti mi hanno detto di rimanere a bordo, ma non so se è stata esagerazione. Purtroppo non abbiamo girato nel luogo di origine di Lea Garofalo per motivi di sicurezza”, ha raccontato Julian Jarrold. “In Calabria e in Italia c’è la tendenza a non parlare di certe cose per non rovinare l’immagine”, ha detto Colella. “Non bisogna relegare la ‘ndrangheta in Calabria. Sì, è nata e si è sviluppata lì ma è innestata nel tessuto sociale, economico e politico italiano”, ha concluso l’attore. Durante le riprese “ci siamo ritrovati a parlare con delle persone che alla parola ‘ndrangheta’ ci hanno risposto ‘ancora con queste favole? La ‘ndrangheta non esiste’. Questo – ha raccontato Valentina Bellè – mi ha fatto riflettere sul fatto che quando la ‘ndrangheta non è percepita è perché manca lo Stato”. “Quando non se ne parla è perché c’è una conciliazione tra parti deviate dello Stato e mafia”, ha aggiunto Colella. “Io spero che questa serie sarà apprezzata in tutto il mondo perché la ‘ndrangheta è in tutto il mondo anche in regioni che non sospettiamo, come la Valle D’Aosta”, ha detto Barbara Chichiarelli, che ha concluso: “Con questa serie testimoniamo che queste dinamiche sono ovunque e che queste donne sono un esempio per tutti”. 


INTERVISTA A BARBARA CHICHIARELLI 

I produttori esecutivi di ‘The Good Mothers’ sono Juliette Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House Productions e Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa per Wildside, una società del gruppo Fremantle e Alessandro Saba per Disney+. Anche Stephen Butchard e Julian Jarrold sono i produttori esecutivi.

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