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VIDEO | Coronavirus, ministero Sanità e Sumai a confronto. Ugenti: “Malati cronici mai dimenticati, ora più tecnologia”

Sumai: "Senza specialisti i malati cronici restano al palo". Webinar sulla cronicità moderato dal direttore dell'agenzia Dire, Nico Perrone

Pubblicato:03-06-2020 14:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:25

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ROMA – “Dobbiamo ricominciare a far funzionare quella rete territoriale che si è dimostrata essere l’anello un po’ debole in questa pandemia”. Così il direttore generale delle Professioni sanitarie e delle Risorse umane del ministero della Salute, Rossana Ugenti, intervenendo ad un webinar sulla cronicità moderato dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

E’ necessario far ripartire l’assistenza ai malati cronici– ha proseguito Ugenti- che durante l’emergenza sanitaria è stata rallentata ma non dimenticata. Da parte nostra c’è attenzione e a dimostrarlo ci sono una serie di misure che abbiamo adottato”. Già nel decreto legge 9 marzo 2020 n.14 (Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19, ndr), ricorda la dirigente del ministero, era previsto all’articolo 5 “un incremento delle ore della specialistica ambulatoriale. Per cui fin dai primi provvedimenti adottati dal governo c’è stata attenzione a questo settore- ha sottolineato Ugenti- e sono stati finanziati 6milioni di euro finalizzati proprio all’incremento della specialistica ambulatoriale”.
Per la presa in carico dei pazienti, poi, sono state istituite le USCA – Unità speciali di continuità assistenziale, una norma “veramente importante- secondo la dirigente del ministero- che le Regioni stanno attivando e realizzando. La finalità di questa norma era quella di consentire ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta l’attività assistenziale ordinaria e quindi l’assistenza a tutti quei malati cronici che non avevano contratto il Covid e per i quali però non si poteva però appunto dimenticare l’attività assistenziale. Abbiamo creato questa unità speciale proprio perché il malato affetto da Covid che non necessita di ricovero ospedaliero venga sempre preso in carico dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, con una gestione a domicilio attraverso le USCA”.


Con il decreto Rilancio è stato inoltre previsto all’interno delle USCA anche l’inserimento degli specialisti ambulatoriali convenzionati interni, quindi “c’è tutta una rete che è stata predisposta proprio per la presa in carico e l’assistenza- ha aggiunto Ugenti- con il coinvolgimento anche dei medici specialisti ambulatoriali interni. A questo abbiamo aggiunto anche la norma per un ulteriore sviluppo dei servizi infermieristici, con l’assunzione (dal primo gennaio 2021) a tempo indeterminato di ben 9.600 infermieri, con l’introduzione dell’infermiere di famiglia e di comunità. Infine, ci siamo preoccupati dell’inserimento nelle USCA di 600 assistenti sociali”, ha concluso.

“PIU’ TECNOLOGIA PER LA PRESA IN CARICO DEI MALATI CRONICI”

“Per la presa in carico dei malati cronici sarà fondamentale accompagnarli con un necessario sviluppo di tutta l’innovazione tecnologica”, ha spiegato Ugenti.

“L’innovazione tecnologica- ha sottolineato Ugenti- dovrà sostenere e accompagnare la presa in carico al domicilio, perché vogliamo evitare di far spostare il paziente, mentre dobbiamo far spostare le informazioni. Dobbiamo- ha concluso- attuare un’assistenza la più prossima possibile al domicilio del paziente cronico”.

SUMAI: “SENZA SPECIALISTI I MALATI CRONICI RESTANO AL PALO”

“Bisogna riprendere in carico i pazienti cronici, ma senza specialisti è difficile”. A dirlo è il segretario generale del sindacato Sumai, Antonio Magi, intervenuto al webinar. “In questo momento abbiamo una carenza di specialisti sul territorio- ha proseguito Magi- per questo abbiamo fatto una proposta: aumentare da 20 a 38 le ore di servizio degli specialisti, in modo tale da snellire un po’ anche le liste d’attesa”.
E bisogna farlo presto, perché oggi al problema “storico” delle liste d’attesa si aggiunge il fatto di “dover recuperare tre mesi di attività non svolta- ha fatto sapere il presidente del Sumai- Soprattutto per questo, allora, è arrivato il momento di investire sulla specialistica, ma non solo: bisogna creare una nuova struttura, che è già presente nel piano cronicità, con delle equipe professionali costituite da medici di famiglia e specialisti ambulatoriali collegati con l’ospedale, soprattutto per poter avere un accesso rapido nelle strutture qualora fosse necessario il ricovero”.

Per Magi, quindi, è necessario “ricominciare a fare il prima possibile tutte quelle visite specialistiche che sono andate perse durante l’epidemia. Ci siamo tutti quanti concentrati sul Covid e abbiamo dovuto seguire le priorità- ha aggiunto ancora- sicuramente sono state garantite le visite non differibili, ma indubbiamente quelle non urgenti, che erano la maggioranza, sono rimaste al palo”. Per ridurre la pressione della grande mole di visite da recuperare, infine, secondo Magi “anche la telemedicina potrebbe essere un aiuto.

 SUMAI: “FUTURO È LAVORO D’EQUIPE, BASTA COMPARTIMENTI STAGNI

 “Il futuro della sanita’ e’ nell’equipe, non si puo’ piu’ lavorare a compartimenti stagni”, ha aggiunto Magi. “In futuro potrebbero ripresentarsi altre epidemie- ha spiegato- e l’insegnamento che dobbiamo portarci dietro da questa emergenza sanitaria e’ soprattutto uno: bisogna prepararsi alla guerra in tempo di pace, perche’ quando scoppia la guerra l’esercito deve essere gia’ pronto”. 

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