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Morte Astorre, lo psichiatra: “La disperazione può portare al suicidio”

Zanalda (Sipf): "La scelta del luogo di lavoro potrebbe indicare pudore nei confronti della propria famiglia"

Pubblicato:03-03-2023 17:22
Ultimo aggiornamento:04-03-2023 13:05

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ROMA – Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale. Ciò che conta è il coraggio di andare avanti”. È la frase di Winston Churchill che campeggia sul profilo Twitter di Bruno Astorre, il senatore del Pd trovato morto questa mattina, a Roma, in un ufficio di Palazzo Cenci, il suo quotidiano luogo di lavoro al Senato. Astorre avrebbe compiuto 60 anni tra pochi giorni. L’ipotesi è che il senatore si sia tolto la vita lanciandosi da una finestra. La Procura di Roma, come da prassi per svolgere indagini, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Un gesto, quello del suicidio, che proprio in questo periodo dell’anno, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, vede un aumento di casi.

“Quando questi gesti vengono compiuti da persone nel pieno della carriera, in un momento della vita segnato dal successo, che magari hanno iniziato da poco un nuovo progetto di vita (Astorre si era sposato da nemmeno 2 anni con Francesca Sbardella, sindaca di Frascati, ndr) sembrerebbero inspiegabili e dunque quello a cui si pensa è che possano essere legati a una situazione patologica come quella della depressione”, dice Enrico Zanalda, psichiatra e presidente della Società italiana di psichiatria forense (Sipf).

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“Questo periodo dell’anno è il momento in cui le persone con depressione maggiore stanno peggio ed è più facile che non resistano più all’impulso suicida- continua Zanalda- la scelta del suicidio è una possibilità che tutti noi abbiamo in qualunque momento della vita e quando lo facciamo si vanno a ricercare le cause studiando soprattutto l’ultimo periodo della vita di una persona”. Anche le modalità con cui si compie il gesto sono indicative: “Ad esempio gettarsi dalla finestra- sottolinea lo psichiatra- fa pensare a un impulso patologico legato a un quadro di depressione, è un gesto che sembra senza premeditazione, messo in atto in un momento di disperazione”.

“A volte il suicidio viene compiuto sul luogo di lavoro o fuori, all’aperto, per evitare di farlo in casa- continua Zanalda- per un certo pudore nei confronti della propria famiglia, per evitare di coinvolgerla. O anche per ‘l’opportunità’ del momento, ossia perché ci si trova nella possibilità di isolarsi, di stare lontano dall’attenzione dei propri familiari. Un notevole fattore di rischio nelle persone depresse è poi l’aver già messo in atto un tentativo di suicidio andato a male- conclude Zanalda- tutte le persone che soffrono di depressione hanno un aumentato rischio di suicidio rispetto alle altre. In chi ci ha già provato poi il rischio aumenta ancora di più”.

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