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NAPOLI – “Non posso che essere addolorato dalla scissione del Pd, poi non ravvedevo né ravvedo motivi per separarsi. Le scissioni si fanno a palazzo Barberini per grandi questioni“. A rievocare la scissione socialista del ’47 è Gianni Pittella, presidente del gruppo Socialisti e Democratici al parlamento europeo, durante un’intervista del direttore dell’agenzia DIRE, Nico Perrone, nella sede di DIRE Campania a Napoli.
L’eurodeputato dice di aver vissuto “male” lo strappo della minoranza dem perché “ogni cosa che divide è negativa e dolorosa. Ma non capisco – spiega – qual è il problema epocale enorme che ha reso incompatibile la convivenza nello stesso partito. Parliamo di divergenze su questioni come le trivelle nel mar Ionio o il Jobs Act, argomenti importantissimi ma su cui le divergenze possono essere sanate all’interno di una normale dialettica di partito”.
“E’ ributtante, mi fa schifo, magari non è un cliché europeo, ma mi fa schifo“. E’ il duro commento di Gianni Pittella, presidente del gruppo Socialisti e Democratici al parlamento europeo, al caos tesseramento per l’iscrizione al Partito democratico. Il deputato europeo di S&D considera un errore “pensare che alla vigilia dei congressi si possano risolvere i problemi aumentando il blocco delle tessere in proprio possesso. Questa – sottolinea – è una concezione superata che non serve a nulla. Si possono avere infiniti pacchetti di tessere, magari ottenere l’elezione di un presidente del circolo. E poi? Cosa si risolve? La grande forza della politica sta nell’avere un rapporto vero e autentico con i cittadini oppure sarai sempre considerato soltanto un possessore di tessere e basta mai un vero leader”. La soluzione sono le “scuole di formazione politica – dice Pittella -. Con l’associazione Laboratorio Democratico stiamo tenendo scuola di formazione politica per 100 giovani in varie parti d’Italia. Sono queste persone che vanno tesserate e fatte crescere all’interno del partito“.
“Sosterrò Renzi perché è stato l’unico leader che ha provato a modernizzare il Paese e a cambiarlo in un’ottica di cambiamento europeo in senso positivo”, è l’endorsement di Gianni Pittella. Matteo Renzi ha avuto il merito “di portare il Pd nel partito dei socialisti europei, è un leader – aggiunge Pittella – che ha interpretato in maniera diversa e non caudataria il rapporto tra governo italiano e commissione europea”. Il suo tentativo di modernizzare il Paese “attraverso una riforma importante del mercato lavoro e attraverso una riforma costituzionale, istituzionale e elettorale che non ha avuto esito ma non per colpa di Renzi. Il mio sostegno – spiega l’europarlamentare – non mi esime a chiedergli delle cose. Parlo di cose politiche, ovviamente, legate allo sviluppo del Mezzogiorno”.
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