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Venezia 80, Favino: “Attori stranieri per ‘Ferrari’, è appropriazione culturale”

L'attore alla Mostra per 'Adagio' di Stefano Sollima: "Dopo 'House of Gucci' l'offesa si ripete"

Pubblicato:02-09-2023 15:46
Ultimo aggiornamento:04-09-2023 15:06

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LIDO DI VENEZIA – Pierfrancesco Favino, come ha fatto anche al festival di Berlino, torna a sostenere il cinema italiano. E lo fa all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, in occasione della presentazione di ‘Adagio’ di Stefano Sollima. L’attore chiama in causa il film ‘Ferrari’ di Michael Mann, il film su Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver. Non è la prima volta che la star interpreta un personaggio italiano. Nel film ‘House of Gucci’ di Ridley Scott è Maurizio Gucci. “Prima c’era la capacità di proteggere il proprio cinema. Se avessero prodotto ‘Ferrari’ in quegli anni l’avrebbero fatto fare a Vittorio Gassmann e invece non ho letto nulla che sottolineasse la stranezza che l’abbia interpretato un attore americano. Dovete scriverlo, altrimenti stiamo tutti aspettando solo cosa dice il grande divo (Driver, ndr)”, ha detto Favino.

Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Non vedo perché non si debba parlare di appropriazione culturale se una storia del genere non si faccia con attori italiani del calibro di quelli che vedete qui (Toni Servillo, Valerio Mastendrea e Adriano Giannini, ndr), non io”, ha detto l’attore. “Non è divertente il fatto che ci prendano per il culo in ‘House of Gucci’. Se noi ci azzardassimo a farlo, dall’altra parte ci aprirebbero le membra. Servirebbe reagire per guadagnarsi il rispetto”, ha sottolineato Favino.

Non sapevo che tutta la famiglia Gucci parlasse come nel New Jersey. Perché essere italiano vuol dire scimmiottare luoghi comuni? È una cosa che trovo offensiva. Avere un nonno italiano non significa essere italiano. Noi invece – ha proseguito –  stiamo lasciando, non facendolo notare, che quel cliché dell’italianità rimanga tale, in modo che poi quando ti offrono il ruolo devi fare la macchietta. Nessuno dice questa cosa, dove si stanno facendo i grandi scioperi in questo momento. Non vedo un attore americano interpretare un tedesco, un greco o un cubano. Non si sa perché, invece l’italiano sì”.


Favino ha poi aggiunto: “Se sei in una serie americana, come il caso della nostra amica Sabrina Impacciatore, allora si dice, ‘finalmente un volto italiano’. Probabilmente la questione non è la mancanza di talento, ma il fatto che vada protetto. Bisogna fare sistema insieme, tutta l’industria. Non voglio essere paternalista, ma se qui a Venezia la notizia è chi non c’è, piuttosto che chi c’è…”

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