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A Milano c’è il derby: è quello dei comizi, tra Terzo Polo e Pd

A poche centinaia di metri le due compagini si contendono Milano, "cuore produttivo d'Italia"

Pubblicato:02-09-2022 22:07
Ultimo aggiornamento:03-09-2022 15:50

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MILANO – In linea d’aria, sono attaccati. A separarli solo i binari del treno e qualche lite di troppo. Il Partito Democratico e l’alleanza Azione – Italia Viva si contendono Milano, “cuore produttivo dell’Italia”, a suon di comizi. Da una parte, alla festa dell’Unità, il sindaco Giuseppe Sala e Carlo Cottarelli. Dall’altra, Carlo Calenda e Matteo Renzi, accompagnati dalla ministra Elena Bonetti e dai nuovi rinforzi Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Se il confronto fosse un derby, la vittoria andrebbe al terzo polo. La sala scelta dai centristi è grande, ma si riempie in fretta. Oltre 4.000 persone si sono registrate, dicono i volontari. Decisamente troppe, tanto da costringere la polizia a intervenire. “C’è troppa gente, non si può più entrare, è una questione di sicurezza”, dice la funzionaria delle forze dell’ordine mentre dispone gli agenti a bloccare gli accessi. Agli ‘azionisti’ la cosa non piace, fanno vedere la registrazione sul cellulare ma niente. Qualcuno urla ‘buffoni’, ma niente paura: viene subito allestita un’altra sala con maxischermo, solo posti in piedi. E intanto, dentro, va in scena una kermesse in stile americano, con Calenda che infiamma la folla quando dice che “Conte, Berlusconi e Salvini non valgono nemmeno un’unghia del piede di Draghi”. Alla fine non saranno 4 mila, ma sono tanti.

A poche centinaia di metri di distanza l’atmosfera è diversa. I posti a sedere, circa 150, sono esauriti, ma in piedi non c’è nessuno. E certo, Cottarelli e Sala non sono leader nazionali come Calenda e Renzi, ma il giorno prima, con il segretario dem Letta, il clima non era troppo diverso. Solo un centinaio di persone in più, “ma le migliaia di persone che venivano anni fa ad ascoltare il segretario nazionale non ci sono più”, ammette con amarezza un volontario di lungo corso prima di specificare che la festa è “dell’Unità e non de l’Unità”, quasi a segnare la distanza con la sua stessa storia.


Una storia che viene però ricordata in maniera inaspettata. Qui è il sindaco Sala ad infiammare la platea, annunciando che voterà Pd “come prima votavo Ds e prima ancora Pci”. Un entusiasmo che non dura molto. E quando Cottarelli conclude invitando i militanti a fare la campagna elettorale “divertendosi” e a “pensare a 5 persone che non votano Pd da convincere”, i dem ridacchiano, più divertiti che galvanizzati, prima di sciogliere i ranghi alla spicciolata. E, tra i tavoli semi vuoto della festa, restano la consapevolezza di una sfida difficilissima da vincere e le parole amare di Cottarelli: “Avrei auspicato una coalizione più ampia, con Renzi e Calenda”.

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