
ROMA – “Francesca era molto vicina all’associazione aBRCAdaBRA, che si occupa della tutela dei diritti delle persone con mutazione BRCA1 e 2. Chi ha questo gene modificato corre un rischio molto alto di avere una diagnosi di cancro e un rischio di recidiva aumentato rispetto alle donne che invece non hanno il Brca modificato”. A dirlo è lo scrittore Alessandro Milan, ricordando con Diregiovani sua moglie Francesca, stroncata dal cancro nel 2016.
Per Wondy (Francesca) ha scritto ‘Mi vivi dentro’. Le pagine del libro parlano di lei, della sua resilienza e della sua vitalita’, che non si è fermata davanti alla malattia. “Per questa associazione abbiamo portato a termine una delle volontà di Francesca– ha concluso Milan- Voleva che tutti i suoi vestiti venissero dati agli amici a fronte di un’offerta libera”.
“L’ASSISTENZA DOVREBBE ESSERE UGUALE DAL NORD AL SUD”
“Nell’esperienza della malattia di Francesca abbiamo trovato una struttura sanitaria straordinaria. Ma c’e’ un pero’: in Italia ci sono troppe differenze tra le strutture sanitarie”, commenta Milan parlando dei dati emersi in questi giorni sulle disuguaglianze delle strutture sanitarie in Italia.
“L’assistenza che c’e’ al centro-nord non e’ uguale a quella del centro-sud. Questa è una gravissima discriminazione. Dovrebbe essere un diritto garantito a tutti i malati: essere trattati allo stesso modo” ha concluso lo scrittore.
Mi vivi dentro, Alessandro Milan e l’amore che va oltre la morte

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