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FOTO | Dalla carriera alle amicizie (con Falcone e Borsellino), Grasso si racconta agli studenti

L'incontro si è svolto a Bologna con una settantina di studenti universitari. "Perchè non mi ritiro? Non si può restare fermi e immobili", dice Grasso.

Pubblicato:11-12-2018 15:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:53
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BOLOGNA – La carriera di sostituto procuratore, gli studi di magistratura, l’amicizia con Paolo Borsellino, fino all’ultimo incontro prima della strage di Capaci. La lotta alla mafia come impegno sociale e personale, il periodo delle stragi e il ruolo della giustizia in una Sicilia tormentata dalla mafia. Pietro Grasso, una vita spesa contro la criminalità organizzata, giudice nel maxiprocesso a Cosa nostra nel 1986-87, torna a Bologna per parlare agli studenti universitari, una settantina circa, della sua esperienza nella lotta alla mafia, in un incontro ieri pomeriggio alla Scuderia di piazza Verdi promosso dall’associazione Terzo millennio. Di fronte a una platea di giovani, l’ex presidente del Senato e attuale senatore nel gruppo Misto dopo l’esperienza di Liberi e uguali, ha raccontato le tappe fondamentali del suo percorso professionale e umano contenute nel suo ultimo libro “Storie di sangue, amici e fantasmi“: dalla decisione di diventare magistrato dopo aver visto i cadaveri per strada uccisi per mano della mafia; l’amicizia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; il maxiprocesso; lo spendersi in prima persona perchè, dice citando Gramsci, “l’indifferenza è il peso morto della storia”.

E aggiunge: “A volte mi chiedono ‘perché non ti ritiri?’, e io potrei dire ‘ho già dato, grazie’. Ma mi sono reso conto che, dopo che hai visto tanti amici e colleghi che sono morti in trincea, non si possa restare fermi e immobili, e rinunciare agli obiettivi di giustizia e legalità”. Per questo, Grasso si è definito un “infaticabile sognatore” che mira a “contagiare gli altri con i miei sogni”, e forse per questo “un po’ ingenuo”.





E agli studenti ha lanciato il messaggio di ergere a simbolo “dei maestri, dei testimoni come Falcone e Borsellino, che hanno tenuto alto il senso del dovere e il senso delle istituzioni”. In conclusione, Grasso ha rivolto un pensiero anche per il 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “L’articolo 1 della Convenzione dell’Onu sui diritti dell’uomo dice che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Bene, noi dobbiamo far sì che si eliminino le diseguaglianze nel nostro Paese per conquistare delle libertà vere e concrete per tutti quanti i cittadini. Siccome sono un sognatore, un idealista, ho la speranza, che mai sarà doma, di arrivare a quell’obiettivo, a quel risultato. Bisogna comunque tendere al risultato della eguaglianza perché quello rende veramente gli uomini liberi” ha concluso Grasso.

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