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Codice dei contratti pubblici, Unscp audita in commissione al Senato

A rappresentare l'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali è stato il vicesegretario nazionale vicario, Amedeo Scarsella

Pubblicato:10-04-2019 16:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:20

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ROMA – Difficoltà operative nell’applicazione delle regole del Codice dei contratti pubblici, con particolare riferimento alla poca chiarezza e scarsa stabilità del quadro normativo; criticità nell’individuazione dei soggetti aggregatori del sistema delle Centrali uniche di committenza; necessità di maggiore chiarezza sulla compatibilità nello svolgimento di diversi ruoli nelle procedure contrattuali e di misure di semplificazione per l’individuazione di alcuni soggetti del procedimento; formazione e incentivazione delle risorse umane quale leva di rilievo per il funzionamento del sistema. Sono le principali criticità esposte oggi dall’Unione nazionale dei segretari comunali e provinciali in occasione dell’audizione in commissione Lavori pubblici del Senato per l’indagine conoscitiva sul Codice dei contratti pubblici.

A rappresentare l’Unscp è stato il vicesegretario nazionale vicario, Amedeo Scarsella. Nel disegno di legge per la semplificazione, la razionalizzazione, il riordino, il coordinamento e l’integrazione della normativa in materia di contratti pubblici, spiega il documento presentato dall’Unione in commissione a Palazzo Madama (clicca qui per vedere il documento), “si tenta di porre rimedio alle evidenti difficoltà incontrate dagli operatori nell’attuale sistema di produzione normativa che regola gli appalti pubblici.

L’esistenza di provvedimenti esecutivi non emanati, l’utilizzo delle Linee guida, di diversa natura, da parte dell’Anac, crea problemi non solo in ordine alla ‘forza normativa’ dei provvedimenti, ma anche rispetto alla stabilità del quadro regolativo di riferimento. Ciò è elemento di forte incertezza in un settore cruciale per l’economia e per la pubblica amministrazione. Per tale motivo appare molto positivo il passaggio contenuto nella relazione di accompagnamento al ddl dove si legge che ‘la delega mira a restituire alle disposizioni codicistiche semplicità e chiarezza di linguaggio, nonché ragionevoli proporzioni dimensionali, limitando il più possibile nel testo i rinvii alla normazione secondaria’. Chiarezza e stabilità normativa nel campo dei contratti pubblici sono esigenze avvertita da tutte le amministrazioni, soprattutto da quelle di minore dimensione, con risorse umane molto ridotte”.


Il tema delle Centrali di committenza, si legge nella relazione dell’Unscp, “è strettamente collegato con il tema delle funzioni degli enti locali. Non può affrontarsi correttamente il tema se non si parte dalla corretta allocazione delle funzioni tra i vari livelli di governo e l’individuazione di dimensioni minime per gli enti locali per l’esercizio di alcune funzioni. Il ddl prevede una delega al Governo per effettuare alcune modifiche al Codice dei contratti pubblici, tra le quali figura il ‘riordino della disciplina concernente le centrali di committenza e i soggetti aggregatori’. Il tema a nostro avviso non può essere correttamente affrontato se non in parallelo con quello riguardante la revisione del Testo unico degli enti locali, revisione che attualmente è allo studio del ministero dell’Interno”.

Capitolo formazione. Secondo l’Unione, “il tema degli appalti e dei contratti pubblici è estremamente complesso. A fronte di ciò non vi è chi non veda l’assoluta sproporzione della formazione erogata al personale che quotidianamente quelle complesse regole deve applicare. Inoltre l’attività di formazione risulta ancora soggetta ad un limite normativo di spesa (massimo il 50% di quelle del 2009), limite che appare difficilmente comprensibile per un’amministrazione moderna che vuole puntare sulle risorse umane di cui dispone. L’idea di fondo che traspare dal limite è che la formazione dei dipendenti sia una spesa improduttiva da limitare, mentre in realtà è un investimento verso l’innovazione e il miglioramento organizzativo che nessun datore di lavoro può non sostenere. In tale ambito, non può non rilevarsi che anche le risorse destinate alla formazione dei Segretari comunali siano andate per ben due anni in economia perché non spese”.

Per quanto riguarda la trasparenza degli incarichi, nel documento dei Segretari si evidenzia che “uno degli aspetti maggiormente problematici di natura organizzativa riguarda il tema della compatibilità dei diversi ruoli svolti dal medesimo soggetto in una procedura contrattuale. La necessità di un chiarimento sul punto è stata richiesta anche dal Comitato di settore delle Autonomie locali che, nell’atto di indirizzo all’Aran per l’avvio del rinnovo del contratto dei dirigenti delle Funzioni locali, area nella quale sono inseriti i Segretari comunali, espressamente richiede che siano disciplinate contrattualmente ‘le modalità in cui si esplica la compatibilità tra le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e le funzioni dirigenziali attribuite al segretario'”.

Altro tema sollevato è quello dell’incentivazione economica del personale interessato. Per l’Unscp si tratta di “una delle leve, assieme a quelle indicate della chiarezza normativa, della formazione e della compatibilità degli incarichi, che può condurre effetti benefici in tale ambito. Tuttavia, in tale ambito si rinviene una incoerenza da parte del legislatore in ordine al trattamento economico dei dirigenti. Infatti gli incentivi spettano agli avvocati dirigenti, così come in base alla citata norma della legge di bilancio 2019 ai dirigenti degli enti locali addetti al recupero tributario. Dall’altra parte, a seguito di recenti modifiche normative, non spettano ai dirigenti che svolgono funzioni tecniche e non spettano i diritti di rogito ai Segretari in servizio in enti in cui sono presenti i dirigenti. In tale contesto corre l’obbligo di rilevare che sarebbe opportuna una rivisitazione della norma introdotta dal dl 90/2014 che ha escluso i Segretari, in servizio in enti con la dirigenza, dal diritto di percepire i cosiddetti diritti di rogito per l’attività espletata”.

Infine, conclude il documento consegnato dall’Unione alla commissione Lavori pubblici del Senato, “massima attenzione deve porsi al tema del reclutamento dei Segretari comunali. Viste le rilevanti e cruciali funzioni svolte dai Segretari nell’ambito dell’attività contrattuale svolta dagli enti locali, appare evidente che la carenza di Segretari, che svolgono la funzione di vertice, fondamentale per il corretto funzionamento degli enti locali, si ripercuote inevitabilmente sulla corretta ed efficace applicazione del Codice dei contratti pubblici negli enti locali. La nostra organizzazione ha evidenziato nelle sedi opportune tale problematica, proponendo anche misure concrete per velocizzare l’immissione in servizio di nuovi Segretari”.

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