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‘Il diritto di contare’, l’8 marzo al cinema la storia delle donne nere che hanno fatto grande la Nasa

Il film racconta la storia vera di emancipazione e coraggio di Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson

Pubblicato:06-03-2017 07:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA –  ‘Il diritto di contare’ è la storia di emancipazione e coraggio di Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson. Donne e ‘negre’, come si definiscono. Soprattutto, persone di scienza che hanno contribuito alla corsa spaziale statunitense negli anni del furibondo testa a testa con l’Unione Sovietica. La loro storia (vera) è raccontata da Theodore Melfi nel film da tre nomination all’Oscar.

Nato nell’era obamiana e uscito nelle sale sotto la presidenza Trump- in Italia il film arriva l’8 marzo-, ‘Il diritto di contare’ mostra il passato oscuro degli Stati Uniti, quello in cui essere di colore significava avere posti riservati in fondo all’autobus, non poter usare la toilette dei bianchi, essere considerati invalicabilmente diversi sulla base del colore della pelle. Era mezzo secolo fa. In questo mondo fosco e ostile, Katherine, Dorothy e Mary si fanno largo grazie alle loro straordinarie capacità scientifiche nella Virginia segregazionista dei primissimi anni Sessanta: Jackson sarà la prima ingegnere donna nera della Nasa, Vaughn fu la prima responsabile afroamericana dell’agenzia spaziale statunitense, mentre Johnson è considerata la prima vera pioniera dei calcoli che permisero di mandare gli astronauti nello Spazio, quando sembrava poco più che una possibilità remota per gli Usa e il ‘nemico’ aveva già spedito Jurij Gagarin tra le stelle.


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Le loro vite si intrecciano alla Storia dello Spazio. Erano al lavoro al Langley Research Center della Nasa quando contribuirono al primo volo suborbitale di un astronauta a stelle e strisce. Lui era Alan Shepard, era il 5 maggio 1961. John Fitzgerald Kennedy era da poco presidente degli Stati Uniti e Martin Luther King era in prima linea per i diritti civili. Shepard faceva parte dei Mercury Seven, il gruppo di astronauti scelti dalla Nasa per i primi voli umani nello Spazio. Con lui John Glenn, interpretato nel film da Glen Powell. Fu lui, nel 1962 a diventare il primo statunitense a entrare in orbita intorno alla Terra, restando nello Spazio 4 ore e 55 minuti e compiendo tre orbite intorno al nostro pianeta, seguite da un rocambolesco rientro a Terra con il rischio che la capsula si incendiasse.

Il film, già premiato tre volte per il miglior cast, annovera diverse star. Il capo della divisione che si occupa del volo umano Al Harrison è Kevin Costner, l’algida dirigente Vivian Mitchell è Kirsten Dunst, mentre Jim Parsons– l’amatissimo Sheldon di Big Bang Theory – interpreta lo scienziato misogino Paul Stafford. Le tre protagoniste, sempre intense nella loro interpretazione, sono invece Taraji P. Henson (Katherine Johnson), Octavia Spencer (Dorothy Vaughan) e Janelle Monáe (Mary Jackson).

La DIRE ha visto in anteprima il film dell’auditorium dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), a Roma, aperto a tutti in occasione delle proiezioni di ‘Spazio Cinema’. 

‘Il diritto di contare’ mostra “il ruolo determinante che tre donne giocano nell’America sessista degli anni Sessanta. Sono donne che si sono fatte valere per il merito“, ricorda Anna Sirica, direttrice generale dell’Asi. “E’ vero che” da allora “sono state fatte delle conquiste. Ma tante ancora ne mancano“.

di Antonella Salini, giornalista professionista

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