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Decreto dignità, Conte: “Questo governo non è contro le imprese”

"Nessuno ci può dire che siamo contro le imprese, vogliamo sana alleanza con il mondo del lavoro e imprenditoriale"

Pubblicato:03-07-2018 15:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:19
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ROMA – “Questo governo non è in contrasto col mondo imprenditoriale anzi, adotteremo misure per incentivare l’azione delle imprese. Vogliamo una sana alleanza con il mondo del lavoro e imprenditoriale”. Così il premier Giuseppe Conte, oggi in conferenza stampa a Palazzo Chigi, risponde alle critiche di Confindustria sul decreto dignità.

“PRIMO DECRETO È PER LAVORATORI, IMPRENDITORI E CITTADINI”

“Sono particolarmente lieto, come responsabile del governo, che il primo decreto che caratterizza la materia economica e sociale sia intitolato al recupero della dignità dei lavoratori, degli imprenditori e dei cittadini”, dice ancora Conte.

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“PRECARIETÀ NON SIA UNICA MISURA RAPPORTI LAVORO”

“Abbiamo adottato misure che contrastano la dimensione precaria del lavoro, una dimensione che non potrà protrarsi indefinitamente nel tempo, e che non può essere l’unica misura dei rapporti di lavoro”, sottolinea Conte.

“NON STIAMO BANDENDO CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO”

“Noi non stiamo bandendo i contratti di lavoro a tempo determinato che rimarrà. Siamo intervenuti in modo chirurgico per regolamentare questo strumento in modo da evitare che la dimensione di vita del precariato non diventi esistenziale. Nessuno ci può dire che siamo contro le imprese“, dice ancora Giuseppe Conte.

Le misure adottate “non eliminano la possibilità di adottare contratti a tempo determinato”, ma affermano che questi “non costituiscono a regola nel mercato del lavoro”.

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“MODIFICHE? MI ASPETTO COERENZA DA PARLAMENTARI M5S-LEGA”

“Il decreto andrà in parlamento, noi rispettiamo la centralità del parlamento e non intendiamo comprimere, in linea di principio, le prerogative” delle Camere, dice Giuseppe Conte a proposito del dibattito che si svilupperà al Senato e alla Camera sul decreto dignità. Certo, aggiunge il premier, “auspichiamo che, con due forze politiche coese che si riconoscono in un programma comune rinforzato da una scrittura privata tra i due leader e votato dagli iscritti, ci aspettiamo coerenza da parte anche dai parlamentari. Questo non significa che non avranno la libertà di valutare il decreto”.

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