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Pensioni, la Cgil in piazza per protesta: “I conti non tornano”

Camusso: "La prossima mobilitazione generale, ve lo posso garantire, non e' lontana nel tempo"

Pubblicato:02-12-2017 12:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ROMA –  “Per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”. Questi i motivi al centro della mobilitazione nazionale della Cgil di oggi, sabato 2 dicembre, proclamata dopo l’esito del confronto con il Governo sul tema della previdenza, considerato “insufficiente”.

Sono cinque le manifestazioni organizzate dalla Confederazione con lo slogan ‘Pensioni, i conti non tornano!’, a Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari.

“Il vento sta cambiando. Non e’ vero che non ci sono le condizioni per dare risposte positive” e alle aziende dico “smettetela di pensare che si possano prendere i lavoratori uno per uno, discutete con i rappresentanti sindacali. Il vento che sta cambiando ci dice che nonostante quelli che pronosticavano la fine del sindacato, il sindacato continua a essere nei luoghi di lavoro. E di sindacato c’e’ bisogno”, dice Susanna Camusso, leader Cgil, dal palco della manifestazione di Roma.


CAMUSSO A RENZI: ART. 18 NON È TOTEM, MA NECESSITA’ CONCRETA

“L’art. 18 non e’ un totem ideologico come dice l’ex presidente del consiglio, cosa per altro rispettabilissima, ma la necessita concreta per superare le divisioni nei luoghi lavoro”. Provi a leggere “i giornali di questi giorni e vedra’ quante notizie parlano di licenziamenti ingiustificati e discrinminatori”.

CAMUSSO A CISL E UIL: DIVISI SI E’ PIU’ DEBOLI

A Cisl e Uil dico che occorre “definire insieme delle regole comuni nel rapporto con i lavoratori” e nelle discussioni sulle vertenze perche’ “quando si e’ divisi si e’ piu’ deboli”. E questa divisione “non e’ compresa dai lavoratori”, attacca Camusso.

“La prossima mobilitazione generale, ve lo posso garantire, non e’ lontana nel tempo“. Quindi, “al lavoro e alla lotta”.

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