ROMA – “Per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”. Questi i motivi al centro della mobilitazione nazionale della Cgil di oggi, sabato 2 dicembre, proclamata dopo l’esito del confronto con il Governo sul tema della previdenza, considerato “insufficiente”.
Sono cinque le manifestazioni organizzate dalla Confederazione con lo slogan ‘Pensioni, i conti non tornano!’, a Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari.
“Il vento sta cambiando. Non e’ vero che non ci sono le condizioni per dare risposte positive” e alle aziende dico “smettetela di pensare che si possano prendere i lavoratori uno per uno, discutete con i rappresentanti sindacali. Il vento che sta cambiando ci dice che nonostante quelli che pronosticavano la fine del sindacato, il sindacato continua a essere nei luoghi di lavoro. E di sindacato c’e’ bisogno”, dice Susanna Camusso, leader Cgil, dal palco della manifestazione di Roma.
“L’art. 18 non e’ un totem ideologico come dice l’ex presidente del consiglio, cosa per altro rispettabilissima, ma la necessita concreta per superare le divisioni nei luoghi lavoro”. Provi a leggere “i giornali di questi giorni e vedra’ quante notizie parlano di licenziamenti ingiustificati e discrinminatori”.
A Cisl e Uil dico che occorre “definire insieme delle regole comuni nel rapporto con i lavoratori” e nelle discussioni sulle vertenze perche’ “quando si e’ divisi si e’ piu’ deboli”. E questa divisione “non e’ compresa dai lavoratori”, attacca Camusso.
“La prossima mobilitazione generale, ve lo posso garantire, non e’ lontana nel tempo“. Quindi, “al lavoro e alla lotta”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it