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A Roma i funerali di Michela Murgia, in migliaia per salutarla

La scrittrice e intellettuale è morta a 51 anni

Pubblicato:12-08-2023 15:46
Ultimo aggiornamento:13-08-2023 14:20
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funerali murgia
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di Ugo Cataluddi e Antonella Salini

ROMA – È arrivato accolto da un lungo applauso poco prima delle 15 a piazza del Popolo, a Roma, il feretro di Michela Murgia: le esequie della scrittrice deceduta giovedì sera per un tumore si sono tenute nella chiesa degli Artisti. Migliaia le persone che hanno voluto partecipare alla cerimonia funebre: tutta l’area antistante la chiesa è gremita di uomini e donne di ogni età racchiusi in un rispettoso silenzio. Presenti anche alcune bandiere tricolore, due palloncini a forma di unicorno e fogliettini alzati al cielo con scritto ‘grazie Michela’. Tra la folla, anche Francesca Pascale, Paola Turci e Christian Raimo.

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ROBERTO SAVIANO: “PER LEI TUTTA LA MIA GRATITUDINE”

“Sono le parole più difficili della mia vita”: così lo scrittore Roberto Saviano prende la parola al termine delle esequie di Michela Murgia, all’interno della chiesa degli Artisti.

Michela- ricorda Saviano- voleva che questa giornata fosse per tutti. Sembrava suonasse quando batteva sui tasti. Per Michela la condivisione era il senso di tutto. Quando le cose non andavano lei ti diceva: ‘non stare solo, vieni qui’. Le scelte di Michela possono essere sintetizzate in: non essere soli, non lasciare soli. Michela ha protetto tutti fino alla fine, anche nei momenti dolorosissimi della fine”.
“Lei è stata abile a non far sentire il dolore delle sue scelte di lotta- sottolinea Saviano-. Ci siamo conosciuti e uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto. In questo Paese è stato possibile che si considerasse una scrittrice, intellettuale attivista come una nemica politica. Michela ha voluto stare accanto a me nei processi che mi hanno riguardato. Voglio darle tutta la mia gratitudine: durante la notte e i pomeriggi difficili, Michela c’era. ‘Abbi fiducia in chi ci legge e capisce’, diceva. Quelli che hanno fatto davvero del male a Michela- attacca Saviano- sono quelli che avevano un piede qui e un piede lì, quelli che stavano a metà per convenienza. Sono loro ad aver reso la sua vita difficilissima. Michela sceglieva, perchè il silenzio di fronte all’orrore l’avrebbe resa infelice. Scegliere è l’unica cosa che la faceva sentire in asse con sé stessa”. Lunghi applausi al termine del suo discorso, mentre fuori la folla ha intonato ‘Bella ciao’.

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All’uscita dalla chiesa degli Artisti, Saviano ha parlato ancora di Murgia. Michela “ha portato sulle sue spalle quello che non fa la politica, cioè prendersi cura della cosa pubblica. È stata bersagliata da siti infami, da una stampa immonda, che avevano messo il bersaglio su di lei. Quando si attacca un’intellettuale, in realtà la si sta intimidendo“.

“Voleva che fosse questo il suo funerale, una celebrazione tra persone- ha aggiunto Saviano-, ‘non siamo soli, non siete soli'”. Intorno la folla gli grida: “Grazie Roberto”, “Roberto sei tutti noi, ce sei rimasto solo tu”.

APPLAUSI E ‘BELLA CIAO’: A ROMA FUNERALE “ATTO POLITICO”

I cori ‘Michela-Michela’, gli applausi, i pugni chiusi, le bandiere dell’Anpi e ‘Bella ciao’ cantata tra lacrime e commozione. Questa la cornice che ha accompagnato la salma di Michela Murgia al termine delle esequie celebrate nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, a Roma. La salma è stata trasportata a spalla da alcuni componenti della famiglia della scrittrice e da Roberto Saviano, suo grande amico, molto commosso.

Una partecipazione straordinaria alla cerimonia e una commozione sincera da parte di migliaia di persone di ogni età che hanno affollato la piazza, chi sotto il sole cocente – diversi i malori per il caldo, con persone soccorse dal personale sanitario presente – chi alla ricerca di una lingua d’ombra. Totalmente bloccata via del Babuino. In moltissimi che non hanno avuto modo di accedere all’interno della Chiesa hanno seguito le dirette della funzione trasmesse dagli smartphone. Tante anche le bandiere italiane in piazza, così come le persone che stringevano tra le mani i libri della scrittrice scomparsa lo scorso giovedì. A celebrare la funzione, don Walter Insero, che nell’omelia ha ricordato: “Michela ha fatto tante battaglie, lo sappiamo. Vi invito ad accogliere la testimonianza di fede che ha rappresentato nel momento della prova, della malattia, nella sofferenza dura che ha vissuto. Michela ha portato avanti la buona battaglia, ha conservato la fede. Michela è nell’oltre, la sua anima è nel viaggio verso il Padre, non verso il nulla”.

In chiesa e sulla bara di Murgia nessun fiore, su sua volontà, ma composizioni con peperoncini, carciofi e il mirto della sua Sardegna. Tra gli omaggi floreali che non sono dunque stati accettati, un cuscino di girasoli e rose rosse inviato dal Comune di Roma e lasciato a terra in disparte all’ingresso della chiesa. Tra i presenti, la segretaria dem, Elly Schlein, salutata da un applauso mentre si allontanava dalla piazza senza rilasciare dichiarazioni, il parlamentare di Avs, Nicola Fratoianni, la scrittrice Chiara Valerio, l’autrice Lella Costa, il regista Paolo Virzì. E poi ancora l’ex compagna di Silvio Berlusconi e attivista Lgbtb, Francesca Pascale, con la moglie e cantante Paola Turci. Ma protagonista è, appunto, la gente rimasta in città nel sabato prima di Ferragosto o addirittura tornata dalle vacanze per l’ultimo saluto alla scrittrice. Un funerale che è stato “un atto politico come avrebbe voluto Michela”, ha ricordato Saviano. “Una celebrazione tra persone per dire ‘non siamo soli’, ‘non siete soli'”.

IL RICORDO DI PAOLO VIRZì: “TALENTO SELVAGGIO, INDOMABILE”

Tra i tanti arrivati per commemorare l’intellettuale, anche il regista Paolo Virzì. “Un’eloquenza formidabile, la sua una battaglia continua contro il potere e la prepotenza. Fare ricordi personali è di cattivo gusto, ma ho avuto il piacere di conoscere la ragazza sarda non ancora sbarcata, era una blogger… è stata una fortuna. Un talento puro, selvaggio, indomabile. Ne è nato un film, dal nostro incontro, di cui sono molto fiero, e sono qui per ringraziarla”. Il riferimento è alla pellicola del 2008 ‘Tutta la vita davanti’, firmata dal regista toscano e liberamente tratta dal libro di Murgia ‘Il mondo deve sapere’.

L’INSULTO

“Comunisti di merda. Viva la Meloni”. È quanto urlato da un uomo di circa 50 anni verso la folla assiepata davanti alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma, dove era in corso il funerale della scrittrice Michela Murgia. L’uomo è stato poi avvicinato dagli agenti della Polizia locale.

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