NAPOLI – “Il primo passo verso la realizzazione di sogno”. Così Giovanni Nicois all’agenzia Dire presenta archiviofotograficocarbone.it, uno dei risultati della campagna di crowdfunding lanciata lo scorso anno. “Per salvare i negativi attaccati dalle muffe, quindi in pericolo, ci siamo rivolti alla cittadinanza e abbiamo ottenuto non solo i soldi per acquistare i nuovi contenitori certificati per preservare i negativi, non solo i soldi per acquistare scanner e computer per avviare il processo di digitalizzazione, ma anche l’opportunità di mettere online le prime immagini”. Ad ora ne sono state digitalizzate 6mila su 500mila.
L’arco temporale coperto dall’Archivio è di 50 anni: dal 1926 al 1973. “Riccardo Carbone – ricorda Nicois – è il primo fotoreporter d’Italia. Tutto nasce un po’ per caso. Carbone propone all’amico Edoardo Scarfoglio, fondatore e direttore de Il Mattino, di arricchire le notizie con le immagini”. Risultato: la prima esperienza di fotogiornalismo.
Per salvare il patrimonio dell’Archivio Carbone l’idea è la “catalogazione partecipata”. “Noi – spiega Nicois – potremmo mettere le foto online ed affidarne un gruppo ad una scolaresca che le adotti nell’ambito di un progetto coordinato da un docente. I ragazzi potrebbero digitalizzarle prima e catalogare poi le immagini, conoscendo così un pezzo di storia del proprio quartiere ed usi e costumi che altrimenti non potrebbero rivedere”. Diverse azioni per cooperare alla salvaguardia di un patrimonio collettivo e contribuire alla realizzazione del desiderio del figlio di Riccardo, Renato, restituire l’Archivio alla città . E non solo.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it