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Cattolici per Orlando, Di Giovan Paolo: “Alleanze e nuova fase”

ROMA  - "Qualcuno mi ha detto: 'è un po' strano appoggiare Orlando che è un esponente della sinistra

Pubblicato:20-04-2017 17:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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ROMA  – “Qualcuno mi ha detto: ‘è un po’ strano appoggiare Orlando che è un esponente della sinistra e non un ex democristiano. Ma dopo 10 anni che abbiamo la stessa tessera di partito e 20 che stiamo dalla stessa parte della barricata, io dico, ci dobbiamo ancora distinguere?“. E’ la riflessione che Roberto Di Giovan Paolo, ex senatore del Pd, affida allaDIRE, a margine di un dibattito che ha organizzato insieme a Giorgio Merlo e Luciana Pedoto, anche loro ex parlamentari Pd, con Andrea Orlando, candidato alla segreteria dem, dal titolo ‘La cultura delle alleanze, una nuova fase del centrosinistra’.

“Tra noi- spiega- ci sono molte sensibilità, dalle Acli all’Azione cattolica, sono i mondi vitali. Ma anche professionisti e dirigenti, un elettorato che non è tipico di Andrea Orlando”. Secondo Di Giovan Paolo “i cattolici sono liberi nell’azione sociale e politica, credo sia una giusta contaminazione che faccia piacere” anche al ministro della Giustizia del governo Gentiloni.

L’idea di questo gruppo di cattolici democratici che si schiera al congresso con Andrea Orlando parte da un assunto datato 4 dicembre: “Gli italiani hanno fatto una scelta che determina non solo il mantenimento della Costituzione ma ‘un di più di proporzionale’. Ho l’impressione- sottolinea Di Giovan Paolo- che non si arriverà a una conclusione sulla legge elettorale e di conseguenza questo di più di proporzionale obbliga a porsi il problema, nel Pd, che la vocazione maggioritaria oggi è difficilmente realizzabile”. Si va dunque “verso una coalizione” dove però “la cultura delle alleanze non deve essere un rapporto con gli altri fatto di imposizione e potere”, ma una cultura vera di ascolto e dialogo che “Moro ha rappresentato ad arte e che i cattolici praticano da più di cento anni”. Detto ciò, tra i pregi di Andrea Orlando c’è anche quello di essersi “interrogato davvero sul 4 dicembre”, sicuramente “più del segretario Renzi”, avendo colto la prospettiva verso cui il Pd deve tendere.


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