TORINO – Il Comune di Torino è ufficialmente sotto attacco hacker, e “possono verificarsi alcuni disservizi agli sportelli”. Tuttavia, “nessun dato personale è stato compromesso“.
Lo rende noto Palazzo Civico, che spiega come “quello in atto alla rete informatica comunale è un attacco ransomware”, ovvero l’attacco di un virus “programmato per bloccare il pc su cui si installa e cifrarne il contenuto, chiedendo un riscatto per lo sblocco“. Anche se “al momento il numero delle postazioni di lavoro colpite risulta essere contenuto”, il Comune ha “suggerito di non accendere le postazioni di lavoro per evitare la propagazione del virus”.
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Al momento i tecnici di Csi Piemonte (Consorzio per il Sistema informativo) “si sono attivati con azioni di contrasto mirate a circoscrivere il perimetro oggetto di attacco: in particolare sono stati staccati i ‘domain controller’ (un server che gestisce le autenticazioni a un dominio, ndr) per evitare accessi agli share di rete, sono state cambiate le utenze di admin, è stata chiusa la rete comunale e avviata comunicazione interna e ad altri clienti”.
L’attacco hacker sta creando rallentamenti nella normale erogazione dei servizi: “Non sono stati compromessi, ma possono verificarsi alcuni disservizi agli sportelli, dovuti a misure cautelative di contrasto alla diffusione del malware”, rendono noto dal Comune. Si rassicurano gli utenti che nessun dato personale è stato intaccato e che sono disponibili i backup”. La nota conclude spiegando che “nelle prossime ore saranno fornite informazioni puntuali circa i tempi di ripristino”.
Domattina “la rete informatica comunale tornerà alla piena operatività in sicurezza”, spiega una nota diffusa dal Palazzo Civico. “Con il ripristino del sistema, dopo una fase di controllo effettuata area per area, saranno nuovamente attivi gli sportelli delle anagrafi e degli altri servizi civici per i quali, in via precauzionale e per le necessarie verifiche, era stata sospesa l’attività”, prosegue la nota del Comune, che sottolinea che “i dispositivi informatici delle anagrafi non sono stati danneggiati e che i contenuti delle banche dati centrali non sono stati persi e non hanno neppure subito alterazioni”.
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