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Occupato il Teatro Globe a Villa Borghese dai lavoratori del mondo dello spettacolo

"Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione"

Pubblicato:14-04-2021 10:57
Ultimo aggiornamento:14-04-2021 15:57
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di Marco Tribuzi e Marco Agostini

Foto di copertina da Facebook

ROMA – Stamattina un gruppo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura ha occupato il Teatro Globe a Villa Borghese. Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo chiedono una riforma strutturale del settore. “Non vogliamo una riapertura senza sicurezza che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie- scrivono su Facebook- Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione“. Tutto si è svolto nel rispetto delle disposizioni sanitarie, si legge ancora sul social, tutte e tutti le/gli occupanti si sono sottoposti a tampone.


LAVORATORI: “CHIEDIAMO UN REDDITO DI CONTINUITÀ

“A noi gli occhi please. Chiediamo un reddito di continuità, un riconoscimento del lavoro che facciamo quando non siamo occupati da estendere come reddito universale. Si parla solo di spazi con fondi pubblici e abbiamo bisogno di una revisione generale dei nostri contratti che sono imbarazzanti”. Sono queste le richieste che arrivano dal Globe Theatre di Roma, occupato questa mattina dalla Rete Lavoratori Spettacolo e Cultura. “A noi gli occhi, please”, recita lo striscione apposto durante la conferenza stampa tenuta nel teatro in legno che si trova nel cuore di Villa Borghese. Una citazione, omaggio a Gigi Proietti, padre del Globe, ma anche una richiesta indirizzata innanzitutto al Ministro della Cultura, Dario Franceschini.

“Lo aspettiamo qui” dicono gli artisti. Presenti tra gli altri alla conferenza stampa anche Lorenza Fruci, assessora alla Cultura del Comune di Roma, Cristian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio, l’attore Ascanio Celestini, Carlotta Proietti, figlia del celebre attore, Stefano Fassina, consigliere di Roma Capitale e parlamentare di Leu e Alessandro Fioroni, organizzatore generale del Globe Theatre.

“Non chiediamo la riapertura dei teatri, ci rendiamo conto che in questo momento di pandemia non sarebbe deontologicamente e sanitariamente possibile”, spiega Giulia Vanni, attrice e tra i coordinatori della Rete dei Lavoratori dello Spettacolo e Cultura che stamane ha occupato il Globe. “Anche perché – spiega – tutte le false ripartenze finora annunciate sono state solo propaganda da parte del Ministero. È chiaro che finché non possiamo ripartire tutti in sicurezza non possiamo riaprire i teatri. Quando si parla di ripartenza dobbiamo ricordarci che non dobbiamo parlare solo di grandi strutture che prendono fondi pubblici, ma dobbiamo soprattutto dare una voce agli spazi più piccoli, in cui lavora il 70 per cento di noi. La nostra condizione di sofferenza – ha spiegato l’attrice- è endemica e va avanti da più di 30 anni, con i fondi che sono crollati. Abbiamo bisogno di continuità di reddito e di contratti”, ha concluso.

GLOBE THEATRE, FRUCI A OCCUPANTI: “SOLIDARIETÀ MA SIATE COSTRUTTIVI

“Siamo qui per esprimere solidarietà alle vostre richieste. Anche io nella mia precedente vita ero un’operatrice culturale e conosco e le dinamiche e le problematiche di cosa significa occuparsi di cultura. Cercherò per quello che mi è possibile di farmi portatrice delle vostre richieste. Chiedo solo che sia un’occupazione costruttiva e pacifica“. Così l’assessora alla Cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci, intervenendo alla conferenza stampa all’interno del Globe Thetre di Roma, occupato dalla Rete dei Lavoratori Spettacolo e Cultura.

GLOBE THEATRE OCCUPATO, LA FIGLIA DI PROIETTI: “MIO PADRE SAREBBE D’ACCORDO”

“Mio padre probabilmente sarebbe stato solidale anche lui. Quando si parla di persone che vogliono lavorare e vogliono stare sul palcoscenico, credo che non si possa essere d’accordo”. Così Carlotta Proietti, figlia di Gigi, scomparso il 2 novembre scorso, ‘padre’ del Globe Theatre di Villa Borghese. “Questa mattina- ha raccontato- è stata una doccia fredda perché non sapevamo nulla di questa occupazione. Tengo a chiarire una cosa: noi abbiamo una posizione particolare rispetto a questo posto, nel senso che la proprietà è del Comune di Roma mentre per quanto riguarda la gestione dei teatri di Roma, la nostra società di produzione eredita la direzione artistica che era di mio padre. Sul resto non abbiamo nessun potere. Però questo posto è un po’ come casa e quindi chiedo ai ragazzi di trattarlo bene, perché ci teniamo tanto alla struttura. Puntiamo a fare la stagione e a lavorare”, ha concluso.

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